Omicidio Priolo a Gioia Tauro: i sei indagati restano in carcere
Restano in carcere i sei indagati accusati di avere partecipato all'omicidio di Giuseppe Priolo, avvenuto a Gioia Tauro, nel Reggino, nel febbraio dello scorso anno. Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso presentato dai legali dei sei uomini, arrestati qualche settimana fa al termine di una brillante operazione condotta dal commissariato di Gioia Tauro, diretto dal vicequestore aggiunto Angelo Morabito e coordinata dalla procura di Palmi. Restano in carcere, quindi, Giuseppe Brandimarte, 42 anni, accusato di essere il mandante dell'omicidio; Antonio e suo figlio Vincenzo Brandimarte, di 50 e 29 anni, e il rizziconese Santo Vincenzo Rottura, 44 anni, accusati di essere gli esecutori materiali del delitto. Gli altri due uomini finiti in carcere, con l'accusa di concorso in omicidio, sono il gioiese Davide Gentile, 24, e Antonino Rottura, 37, il primo genero e il secondo fratello di Santo Vincenzo Rottura. Gli arresti compiuti dal commissariato di Gioia Tauro si inquadrano nella faida che dal luglio 2011 si sta combattendo nella città del porto tra le famiglie Priolo e Brandimarte-Perri e che ha portato, tra gli altri, all'omicidio di Giuseppe Priolo, pregiudicato considerato vicino alla cosca Piromalli. (Agi)