Spettacolo: “Con el respiro del tango” in scena al Teatro Politeama
“Il tango non è una danza, è una ossessione… passionale e malinconica. Ogni ballerino è complice non solo del corpo ma anche dell’anima. È un pensiero triste che si balla”. Con queste parole il poeta, attore e compositore argentino, Enrique Santos Discèpolo, ha dato una definizione perfetta e realistica di un ballo, ma è molto di più. Coinvolgimento, passione, seduzione e struggente tristezza. Musica e ballo reincarnano un popolo che in esso si riconosce profondamente.
“Con el respiro del tango”, in scena sabato sera al Teatro Politeama nell’ambito del Festival d’Autunno, ha esaltato il pensiero di Discèpolo con la complicità di Luis Bacalov e Michele Placido. Musica e poesia. Le opere di Astor Piazzola, Carlos Gardel, dello stesso Bacalov e Jorge Luis Borges, insieme a creare magnifiche suggestioni. Le stesse che si “respiravano” a Buenos Aires, per le strade e i vicoli in cui una città “vibrava” al suono del tango.
Bacalov, occhi socchiusi, curvo sulla tastiera del pianoforte “accarezzata” come solo lui riesce a fare, e Placido, appassionato e coinvolto, sono stati i protagonisti di uno spettacolo egregiamente ideato e diretto da Carlos Branca. Con loro Gianni Iorio, al bandoneon, e Federica Vincenti, voce recitante e cantante.
“Con el respiro del tango” non è semplicemente uno spettacolo, è una passeggiata immaginaria che conduce alle Calle Corrientes o al Cafè Fernando fino alle “strade svogliate del quartiere/quasi invisibili per l’abitudine/intenerite da penombra e tramonto/e quelle più fuori/prive di alberi pietosi/dove austere casette si avventurano appena/oppresse da immortali distanze”. È con “Strade di Buenos Aires” che Michele Placido inizia la “camminata” nei luoghi decantati dalle parole di Borges che esaltano l’amore per la sua città. Un amore struggente e immenso come appare anche in “Fundacion mitica de Buenos Aires” e in “Buenos Aires”.
Il dolore e sentimento si avvicendano, in una sequenza coinvolgente, alle musiche proposte da Luis Bacalov. “Libertango” e “Vuelvo al sur” di Piazzola, “Tangana ostinato” di Bacalov, “El choclo” di Villoldo Arroyo, “Milonga de mis amores” di Pedro Laurenz sono stati alcuni dei piccoli “affreschi” di una colonna sonora che ha esaltato l’atmosfera creatasi nel Teatro Politeama. Immancabile il tema de “Il postino” con cui Bacalov ha vinto un premio Oscar, che ha trasmesso grande emotività, e “Volvèr”, di Carlos Gardel, eseguita da Federica Vincenti.
Oltre all’apprezzabile voce della Vincenti, è da sottolineare l’apporto di Iorio al bandoneon, strumento principe per il tango, espressione più reale della tristezza che esprime con il suo timbro.
“Libertango” con cui si era aperto lo spettacolo, è la pagina finale di “Con el respiro del tango”. I lungi e calorosi applausi sono stati il sentito riconoscimento ai quattro protagonisti della “serata argentina”.