Operazione Libra: processo al clan Tripodi, cinque condanne e tre assoluzioni
Dovranno risarcire i danni al Comune ed alla Provincia di Vibo Valentia - costituitisi parti civili nel processo - gli imputati nel processo contro la cosca Tripodi, attiva a Vibo Marina e Porto Salvo e scaturito dall'operazione "Libra" che, eseguita nel maggio 2013, portò allora all’arresto di 20 persone ed al sequestro di beni per circa 40 milioni di euro.
È questo l’esito della sentenza che, giunta poco dopo la mezzanotte, ha condannato cinque degli imputati mentre altri tre sono stati assolti (altri presunti esponenti del clan sono stati già condannati in un altro processo celebrato però con rito abbreviato). La decisione del tribunale collegiale, presieduto da Vincenza Papagno, è giunta dopo quasi sei ore di camera di consiglio.
Agli indagati il pm Pierpaolo Bruni, della Dda di Catanzaro, contestava a vario titolo i reati di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, usura, frode nelle pubbliche forniture ed estorsione. Nello specifico, secondo l’accusa, la cosca Tripodi avrebbe esteso i suoi affari illeciti anche nella Capitale ed in Lombardia; nell’inchiesta anche i lavori relativi al post alluvione del 2006 a Vibo Marina.
LE PENE | Per Francesco Comerci di Nicotera, considerato "braccio-destro" del boss Nicola Tripodi, i giudici hanno deciso per la pena più alta, a 9 anni di carcere; cinque gli anni di reclusione, invece, per Daniele Marturano; quattro a carico di Cristian Sicari, tre per Giovanni Aracri, due anni e sei mesi per Roberto La Gamba. Orazio Mantino, Antonio Chiarella e Raffaele Acanfora sono stati assolti.