‘Ndrangheta. Operazione Libra Money: blitz contro la ‘ndrina Tripodi, arresti e sequestri

Vibo Valentia Cronaca

Un’operazione antimafia, denominata “Libra Money”, sta portando da stamani all’alba all’arresto di 10 persone e all’aggressione di patrimoni che, secondo gli inquirenti, sarebbero riconducibili alla ‘ndrina Tripodi di Portosalvo, nel vibonese. Il blitz, effettuato in diverse regioni italiane è stato eseguito dai militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Vibo, supportati dai Reparti competenti sul territorio nazionale e sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

IL PROVVEDIMENTO di oggi, eseguito su obiettivi diffusi in Calabria, Lazio, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia, aggredisce i cespiti patrimoniali - che sarebbero riconducibili al clan - per un valore complessivo di 45 milioni di euro e tra risultano 25 aziende, 42 tra terreni e fabbricati e 16 autoveicoli. Per i dieci soggetti coinvolti è stata richiesta l’applicazione di misure di prevenzione personali.

L’ATTIVITÀ costituisce il prosieguo dell’indagineLibra che nel maggio dello scorso anno aveva portato all’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Catanzaro nonché alla esecuzione di un Decreto di Sequestro preventivo di Beni emesso dalla DDA e per 40 milioni di euro complessivi.

GLI INDAGATI

9:58 | Sono 10 le richieste di misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza avanzate dai pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni, Simona Rossi e dal procuratore Antonio Lombardo al Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di altrettanti presunti appartenenti al clan Tripodi di Portosalvo, frazione di Vibo, indagati nell'operazione "Libra Money" e già sotto processo nell'ambito dell'operazione "Libra" scattata nel maggio dello scorso anno.

Le richieste di misura interessano il presunto boss dell'omonimo clan, Nicola Tripodi, 66 anni; Sante Tripodi, 41 anni, e Antonio Tripodi, 50 anni, fratelli del primo; Salvatore Vita, 39 anni, di Vibo Marina; Francesco Comerci, 39 anni, di Nicotera, residente a Roma; Massimo Murano, 41 anni, di Busto Arsizio (Va); Orlando Tripodi, 28 anni, e Marika Tripodi, 29 anni, figli di Nicola Tripodi; Simon Schito, 32 anni, di Milano; Francesco La Tesse, 29 anni, di Vibo Marina. Il Tribunale, contestualmente al decreto di sequestro di beni per 45 milioni di euro, ha disposto la discussione, in ordine alla sorveglianza speciale per l'udienza dell'8 ottobre prossimo.

I BENI SEQUESTRATI

10:30 | L'elenco dei beni sequestrati a esponenti del clan Tripodi di Vibo Valentia, in accoglimento di una richiesta della Dda di Catanzaro, ammonta a 45 milioni di euro. Fra i beni sequestrati figurano i bar "Ritrovo La Dolce Vita" in via Giulia Cesare a Roma, ed il bar "Effeci Global Services Group srl" in via Plauto a Roma. Sequestrate anche le quote societarie della societa' "Edil Sud Costruzioni srl" con sede a Roma (attualmente in fallimento) intestate a Francesco Comerci e Filippina Purita; l'intero compendio aziendale della "Edil Sud Costruzioni srl" composto da 2 fabbricati nel Comune di Manziana (Rm) ed uno a Magnago (Mi), un fabbricato a Roma, 4 autovetture Fiat, un autocarro Iveco ed una Chevrolet Captiva. Sequestrate poi le quote societarie e il compendio aziendale (2 immobili a Buscate, nel Milanese, ed uno a Milano) della societa' "O & S. Costruzioni" con sede a Milano di proprieta' del vibonese Francesco La Tesse. Sotto sigilli anche quote societarie e compendio aziendale della "Cavour 29 di Morello Maria Teresa e Tripodi Orlando" con sede a Cornaredo (Mi); "Atam sas di Iania Alfredo & C"; "Napoleone Costruzioni srl" attiva nel Milanese; "T5 Costruzioni srl"di Sante Tripodi e Teresa Lo Bianco con sede a Porto Salvo (Vv); "Lgr Costruzioni di La Gamba Roberto" con sede a Vibo Marina, la "S.C. Costruzioni di Sicari Cristian" con sede a Limena (Pd). (Agi)

COSÌ LA COSCA SI INFILTRAVA NEGLI APPALTI

12:41 | Con oggi si sarebbe così accertata l’operatività della cosca “Tripodi”, le sue dinamiche sia interne che esterne, e le attività illecite esercitate attraverso società direttamente riconducibili ad alcuni esponenti della cosca o intestate a prestanome, perlopiù operanti nel settore dell’edilizia e infiltrandosi nei lavori pubblici lungo la costa vibonese, dove il sodalizio esercita il proprio predominio; in opere pubbliche realizzate in altre località del territorio nazionale;

attraverso anche l’utilizzo di numerose società riconducibili alla cosca, che costituirebbero lo strumento per la commissione dei reati e in particolare per l’accaparramento degli appalti, tanto da poter far ritenere il clan una vera e propria Holding di ‘ndrangheta. Poi l’usura, accertata in particolare nei confronti di un commerciante di autovetture vibonese, divenuto testimone di giustizia ed attualmente sottoposto al piano di protezione; o le estorsioni ai danni di altri operatori economici, attuate anche attraverso l’imposizione del pagamento di fatture per prestazioni in realtà mai eseguite; l’acquisto di beni e prestazioni d’opera dalle ditte riconducibili al sodalizio; il tentativo di acquisire appalti pubblici nel Lazio anche attraverso il promesso sostegno elettorale ad un candidato (che non è indagato) alle elezioni del Consiglio Regionale del 2010 ed in seguito eletto.

Gli accertamenti economici-patrimoniali-finanziari, eseguiti insieme dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dal Reparto Operativo-Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Vibo Valentia, avrebbe dunque permesso di accertare la riconducibilità alla cosca delle 25 aziende, 42 tra terreni e fabbricati e 16 autoveicoli, tutti sottoposti a sequestro in data odierna. Tra i beni destinatari del provvedimento spiccano.

h 15:01 | Sono diversi i filoni investigativi seguiti dagli inquirenti nell'ambito della piu' vasta operazione "Libra" contro il clan Tripodi.

Oltre all'aggressione ai patrimoni illeciti che ha portato stamane al sequestro di beni per 45 milioni di euro ed oltre al filone che ha portato il 22 aprile scorso a delle perquisizioni e sequestri nella sede legale di Bergamo dell'emittente radiofonica "Rtl Radio srl" e di alcune società che operano con Rtl, i pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni e Simona Rossi, sono impegnati anche a ricostruire i rapporti nel Nord Italia fra la 'ndrangheta e diversi "colletti bianchi" ed anche fra la 'ndrangheta e Cosa Nostra.

Rapporti di cui aveva parlato per primo, nelle inchieste della Dda di Catanzaro denominate "Galassia" e "Genesi", risalenti agli anni '90, il collaboratore di giustizia Franco Pino, ex boss della città di Cosenza.

In particolare, Franco Pino aveva raccontato ai magistrati antimafia di alcuni summit che si sarebbero svolti a Nicotera, nel Vibonese, fra i vertici della 'ndrangheta provenienti da tutte le province calabresi e rappresentanti della mafia siciliana giunti in Calabria prima dell'avvio della "stagione stragista" del '92 e del '93. (AGI)

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