‘Ndrangheta: Vibo, clan Tripodi infiltrato in raccolta rifiuti

Vibo Valentia Cronaca

Anche l'appalto della raccolta dei rifiuti solidi urbani indetto dal Comune di Vibo Valentia nel 2008 sarebbe finito nel "mirino" del clan Tripodi di Porto Salvo. E' quanto emerge nell'operazione antimafia "Libra". Gli inquirenti contestano ad uno degli arrestati, Salvatore Vita, 38 anni, di Vibo, di aver costretto un dipendente della "Eurocoop", aggiudicataria dell'appalto, ad impiegare i mezzi delle ditte "Euro Scavi" di Luciano Franzoni (indagato a piede libero) e "Moviter" di Francesco Lo Bianco, 39 anni, di Vibo Marina, finito agli arresti domiciliari. Entrambe le ditte vengono ricondotte dagli inquirenti al clan Tripodi.

Salvatore Vita avrebbe imposto alla Eurocoop l'ammontare del corrispettivo da pagare per le prestazioni lavorative illecitamente fornite da tali ditte. C'e' anche una dipendente del Consorzio per lo Sviluppo industriale di Vibo Valentia - ente economico individuato come soggetto attuatore degli interventi del post alluvione del 2006 - fra le persone arrestate nell'inchiesta "Libra". Si tratta di Maria Alfonsa Farfaglia, 44 anni, di Vibo, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa. Per la Dda, la donna sarebbe stata incaricata, in collaborazione con gli addetti del Comune di Vibo, a rilevare la presenza giornaliera dei mezzi impiegati per l'esecuzione del lavori dalle ditte incaricate dal Comune e le ore di lavoro delle imprese, agevolando l'ottenimento diretto da parte del Comune di Vibo degli appalti da parte di ditte legate al clan Tripodi, nella fase immediatamente successiva all'alluvione del 3 luglio 2006, ed attestando lo svolgimento di lavori mai eseguiti. La stessa Farfaglia avrebbe inoltre fatto ottenere a ditte direttamente riconducibili ai Tripodi, l'affidamento di numerosi appalti da parte del Consorzio per lo Sviluppo industriale negli anni 2007 e 2008.

"Dalle nostre indagini è emerso che il clan Tripodi nell'operare fuori dai confini della provincia di Vibo Valentia, ed in particolare nel Lazio, ha raggiunto un grado di sofisticazione negli affari superiore allo stesso clan Mancuso di Limbadi". Questo quanto dichiarato nel corso della conferenza stampa dal procuratore di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, e dal procuratore aggiunto della Dda, Giuseppe Borrelli. "Non abbiamo ancora approfondito la parte delle investigazioni riguardanti il voto nella Regione Lazio, in quanto non di nostra diretta competenza. Possiamo però dire - ha spiegato Borrelli - che durante la campagna elettorale per le regionali del Lazio del 2010, il clan Tripodi ha cercato di sponsorizzare la candidatura di Vincenzo Maruccio, ex capogruppo di Italia dei Valori". Il politico, originario di Maierato (Vv), arrestato nel novembre 2012 per un presunto peculato inerente la sottrazione di un milioni di euro dai fondi del partito e scarcerato l'11 gennaio scorso - non è comunque indagato anche perché i propositi dei Tripodi di ottenere vantaggi da Maruccio "non si sono poi concretizzati in quanto, ha aggiunto Borrelli - ha vinto la coalizione opposta, quella della Polverini, e Maruccio non è quindi entrato nella nuova giunta regionale". I due magistrati hanno in ogni caso annunciato che ci saranno "importantissimi sviluppi in ordine agli affari dei Tripodi in tutta Italia", mentre il materiale investigativo sin qui raccolto dalla Dda sulle cosche vibonesi "è talmente cospicuo - è stato detto - che permetterà sicuramente altre operazioni nei prossimi mesi e questa volta direttamente contro il clan Mancuso o cosche a loro strettamente legate". (Agi)

(Agi)

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