Caso Giulia Montera, la genetista Marina Baldi tra i periti a difesa della piccola
Papà Gabriele non ci sta a recitare il ruolo di colui che, seppur involontariamente, è ritenuto il responsabile dello stato di salute di sua figlia. Diventa sempre più chiara la linea difensiva dei medici del Guido Compagna di Corigliano in vista della prossima udienza del 22 settembre. Secondo la difesa degli indagati, Giulia Montera è stata colpita dalle gravi patologie a causa di una trasmissione genetica a carattere paterno; ulteriore profilo rilevato dagli indagati, dette patologie, ove non fossero a trasmissione paterna, sarebbero comunque di origine genetica e non dovute ad errore umano: come dire che in ogni caso il destino della bimba era segnato già dal concepimento.
Tutto ciò chiaramente va in contrasto con quanto sostenuto nell’accusa avanzata dai Montera e secondo la quale Giulia Montera sarebbe vittima di negligenza medica, di mani umane in camice bianco. Dopo la sostituzione del collegio peritale originario, per approfondire aspetti che i periti avevano lasciato in ombra, si è acceduto ad un incidente probatorio: in altre parole, una nuova perizia destinata a spiegare io suoi effetti anche nella successiva fase del dibattimento. Gli esiti di questo accertamento, condotto da un nuovo collegio peritale, sono consacrati in una relazione.
“Neppure questa volta è stata fatta chiarezza, anzi il testo della relazione ingenera dubbi e incertezza di giudizi; osserviamo un mutamento dei toni. Però – prosegue Gabriele Montera – abbiamo bisogno di una perizia chiara che attribuisca le responsabilità e tratti il caso Giulia Montera nella sua integrità. Mi auguro che colui o coloro che ne hanno facoltà analizzino accuratamente i fatti e leggano attentamente le nostre istanze e le valutino serenamente. Avevo ed ho fiducia sia nel nostro collegio difensivo curato da Giovanni Zagarese e da Massimo Micaletti, che nel nostro collegio peritale formato da Deborah Gravili e da Giacomo Macucci, che dall’inizio e con dedizione, professionalità e generosità seguono Giulia.
Ho poi ritenuto, alla luce delle difese svolte dagli indagati, che una genetista di livello internazionale quale è Marina Baldi possa rappresentare un valore aggiunto determinante. Non ci sto a credere che mia figlia doveva comunque nascere così, non ci sto perché agli atti risulta una anticipazione della data del parto di oltre un mese a séguito di un errore madornale, cosicché mia figlia è stata fatta nascere oltre un mese in anticipo senza nessuna speciale cautela; risulta l’effettuazione di un parto cesareo senza nessun motivo; risultano l’omessa diagnosi e l’omesso trattamento di un citomegalovirus sebbene mia moglie in gestazione ne presentasse tutti i sintomi; risulta da una marea di esami che Giulia ha avuto una sofferenza cerebrale al parto; risulta che io non ho trasmesso alcuna patologia a mia figlia”.
Baldi si è interessata attivamente della vicenda, redigendo non una ma ben due perizie in cui esclude che le menomazioni di Giulia siano dovute ai geni paterni ed esclude anche che eventuali mutazioni genetiche spontanee possano aver inciso in maniera determinante sulla condizione della bambina. Come già rilevato dal genetista Bruno Dallapiccola, qualcos’altro ha compromesso irreversibilmente la salute della bimba. “Auspico – conclude Gabriele – che le osservazioni di Baldi, e Macucci e Gravilii, che a dire il vero non ho visto considerate dai tecnici di ufficio, i quali non hanno seppure visitato Giulia, siano valutate attentamente dai Magistrati perché esse sono la chiave di lettura e la spiegazione scientifica di quello che è stato fatto a mia figlia”.