Il Ministro alla Salute contatta la famiglia della piccola Giulia, sospeso il sit-in di protesta
"Buone notizie per la piccola Giulia Montera e la sua famiglia. Il Ministro alla Salute - scrive in una nota Maria Luricella - ha infatti risposto alla lettera aperta di Maria Lauricella, mamma della bambina coriglianese, e tramite i suoi uffici, nella persona del dott. Patacchia, ha contattato la famiglia per chiedere aggiornamenti del caso, con l'impegno e la promessa di trattare la vicenda e trovare una soluzione. Il tutto, naturalmente, in accordo con il Commissario straordinario per la sanità in Calabria, ossia il Presidente della Regione, e dare così concreta attuazione a quelli che sono i diritti costituzionalmente garantiti.
Nella telefonata intercorsa tra il responsabile preposto dal Ministero a contattare la famiglia coriglianese è stato evidenziato da quest'ultima come il Comune di Corigliano, attualmente commissariato, nulla ha dato come aiuto e sostegno a Giulia se non la paventata idea irresponsabile, ad opera di talune assistenti sociali, di dirottare il problema e di non affrontarlo come Comune. Da qui, la necessità di capire che fine hanno fatto i fondi per la solidarietà e come sono stati stanziati. Nella telefonata, inoltre, sono stati sollevati altri problemi, quale ad esempio il mancato rimborso da parte della Regione per le spese sostenute dalla famiglia nel 2010 e nel 2011, oltre a quelli attuale, nonchè la necessità di conoscere a chi sono stati elargiti i fondi in cassa e soprattutto come siano state rendicontate le spese per tramite delle quali talune famiglie hanno ottenuto aiuto economico. Il papà della piccola Giulia, Gabriele Montera, a questo proposito si augura che in Calabria nessuno si sia arricchito sui propri figli e soprattutto che i viaggi della speranza, ossia fuori regione, siano stati preventivamente autorizzati da strutture pubbliche e retribuite in base al reddito.
A fronte del contatto intercorso con il Ministero della Salute si è deciso di sospendere momentamente il previsto sit-in di protesta davanti Montecitorio in attesa di ulteriori sviluppi. La programmata iniziativa aveva già registrato il sostegno e l'adesione di numerosi deputati e senatori appartenenti a tutti i partiti politici, ma si è deciso di sospendere il tutto al momento anche perchè si sono registrati negli ultimi giorni segnali di apertura da parte dell'Asp di Cosenza, della Provincia di Cosenza e della stessa Regione Calabria. Ques'ultima, in particolare, si è detta intenzionata a riaprire il dialogo con la famiglia della piccola Giulia. Per i prossimi giorni è infatti previsto un incontro a Catanzaro, presso la sede della Regione Calabria, così come da accordi intercorsi con il dott. Calabrò della segreteria del Presidente, e lo stesso dicasi per la Provincia per il tramite del dott. Iacucci e per l'Asp con la segreteria del Direttore Generale.
Mamma Maria afferma di voler instaurare un dialogo con le istituzioni perchè sono solo loro che possono e devono garantire il prosieguo delle cure di Giulia e il riconoscimento dei suoi diritti, ma ognuno deve assumersi le proprie responsabilità con i fatti e non solo a parole. L'obiettivo è quello di permettere alla bambina di curarsi al meglio e per farlo è necessario recarsi fuori regione. Da qui il ringraziamento per la gentilezza comunque sempre mostrata nei colloqui intercorsi da parte delle diverse segreterie regionali. Atteggiamento latitante si riscontra invece dal Comune di Corigliano, dai commissari e dai dirigenti, e pertanto si intende fare chiarezza sull'utilizzo dei fondi per la solidarietà.
Unico punto positivo che invece i genitori di Giulia evidenziano è la presenza dell'Anmi-Siss con terapisti validi, come i dott. Calarota e Dima, e la validità del servizio Adi dell'Asl, con i dott. Spezzano, Meringolo e Curti, e non ultimo il servizio ambulatoriale di neuropsichiatria infantile diretto dalla dott.ssa Puntorieri e il servizio ausiliario. Papà Gabriele conclude ribadendo la volontà di non fermarsi e di attendere gli sviluppi del caso e le giuste risposte da parte delle istituzioni, perchè altrimenti la sua battaglia non si fermerà.