Processo omicidio Vinci, Regione e Comune non saranno parti civili
Regione Calabria e Comune di Limbadi non saranno parte civile nel processo per l’omicidio di Matteo Vinci (QUI). È la decisione del giudice Alessandro Bravin, presidente della Corte d’Assise di Catanzaro, che ha rigettato la richiesta dei due enti perché presentata oltre i termini previsti dalla legge.
Entrambi, dunque, non potranno chiedere gli eventuali danni risarcitori agli imputati considerati appartenenti al clan Mancuso di Limbadi.
Tuttavia né Regione e né Comune hanno ricevuto il decreto di fissazione dell’udienza preliminare né quello del rinvio a giudizio, nonostante sia stata data, in più occasioni, ampia diffusione sugli organi di stampa, ma avevano chiesto di essere comunque ammessi. Tuttavia oggi la Corte d’Assise si è pronunciata, e ha quindi rigettato l’istanza.
Il processo vede sul banco degli imputati Rosaria Mancuso, sorella dei più noti boss Giovanni; Pantaleone, Francesco e Diego, il marito Domenico Di Grillo, la figlia Lucia e il genero Vito Barbara (QUI), chiamati a rispondere a vario titolo anche di tentato omicidio ed estorsione, con l’aggravante delle modalità mafiose, dopo l’uccisione del biologo di 42 anni, morto a seguito dell’esplosione di un’autobomba il 9 aprile del 2018 (QUI).