Droga. Operazione “u cinese”, indagati non rispondono a Gip

Catanzaro Attualità

Solo uno ha reso la propria versione, mentre si sono avvalsi della facolta' di non rispondere dieci degli undici indagati coinvolti nell'operazione antidroga nome in codice "U Cinese" arrestati a Catanzaro in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso a carico di diciassette persone in tutto - altri indagati sono stati presi fra Roma, Napoli e Latina -. Davanti al giudice per le indagini preliminari Livio Sabatini, che ha firmato l'ordinanza cautelare su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese, sono comparsi per l'interrogatorio di garanzia Danilo Loscavo (difeso da Piero Mancuso), Salvatore Paciullo, Marco Riccelli e Francesco Aiello (difesi da Gregorio Viscomi), Michele Sodaro (difeso da Rita Parentela), Vincenzo Romanico (difeso da Maurizio Belmonte), Nicola Tavano (difeso da Vittorio Plati'), Antonio Donato, Stefano Rubino e Sergio Rubino (difesi dall'avvocato Antonio Ludovico). Quest'ultimo, catanzarese di 34 anni, detto "U Cinese" - da cui il nome dell'operazione -, e' ritenuto uno dei presunti vertici dell'associazione per delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti delineata dagli inquirenti. Tutti hanno scelto il silenzio davanti al gip, ed ora i rispettivi difensori si apprestano a proporre ricorso al tribunale del riesame contro le misure cautelari. L'unico che ha risposto al gip, respingendo con decisione le accuse, e' stato Domenico Rizza, 55 anni, di Catanzaro (difeso da Luigi Ciambrone), anch'egli descritto dagli investigatori come uno dei promotori del sodalizio. L'uomo, in particolare, si e' difeso in merito al fatto che durante il blitz dei carabinieri sono stati rinvenuti quattro pistole automatiche con matricola abrasa, sei chilogrammi di marijuana, munizioni, caricatori, un silenziatore per pistola e undici mila euro in contanti, in un terreno descritto come di pertinenza della sua proprieta', spiegando che questo invece sarebbe solo adiacente e non di sua pertinenza, e sottolineando poi il fatto di non aver alcun precedente per droga. Sulla base del fatto che Rizza non sarebbe presente in alcuna delle intercettazioni effettuate dai militari, infine, il suo difensore ha presentato al gip istanza di scarcerazione e, contestualmente, ricorso al riesame per l'annullamento della custodia cautelare. Custodia in carcere, per la precisione, disposta oltre che per Rizza anche per Sergio Rubino, nonche' per i coniugi Biagio Chianese, 39 anni, vigile del fuoco, e sua moglie, Ida Pirozzi, 37 anni, entrambi della provincia di Latina, tutti considerati alla guida del gruppo criminale incriminato, nonche' per Domanico, Antonio Donato, Francesco Donato, Paciullo, Stefano Rubino e Sodaro. Sono stati sottoposti agli arresti domiciliari invece: Aiello, Gennaro Foglia, Loscavo, Riccelli e Tavano (gli ultimi due destinatari dell'ordinanza cautelare sono irreperibili). Con l'inchiesta, portata avanti dai Carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro per un anno e mezzo, si ipotizza l'esistenza di associazione per delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana nell'area catanzarese, napoletana e del basso Lazio, per un periodo compreso tra il dicembre 2006 ed il febbraio 2009.