Droga: operazione “U cinese”, domani gli interrogatori
Inizieranno domani gli interrogatori di garanzia dei quindici indagati raggiunti dall'ordinanza cautelare eseguita all'alba di ieri tra Catanzaro, Roma, Napoli e Latina con l'operazione antidroga nome in codice "U Cinese". Dalle 9.30 in poi, davanti al giudice per le indagini preliminari Livio Sabatini - che ha firmato l'ordinanza cautelare su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro -, cominceranno a sfilare le persone catturate nel catanzarese (tra i difensori impegnati Antonio Ludovico, Piero Mancuso, Maurizio Belmonte), mentre quelle arrestate in altre sedi saranno sentite per rogatoria dai gip del luogo. Gli indagati potranno dunque fornire le propria versione dei fatti che gli vengono contestati con l'inchiesta, portata avanti dai Carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro per un anno e mezzo, nella quale si ipotizza l'esistenza di associazione per delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana nell'area catanzarese, napoletana e del basso Lazio, per un periodo compreso tra il dicembre 2006 ed il febbraio 2009. Il sodalizio malavitoso, secondo le accuse, sarebbe stato diretto da quattro persone, primo fra tutti il catanzarese dal cui soprannome, "U Cinese" appunto, ha preso il nome il blitz, e cioè Sergio Rubino, 34 anni, di Catanzaro, e poi ancora Domenico Rizza, 55 anni, di Catanzaro, ed i coniugi Biagio Chianese, 39 anni, vigile del fuoco, e sua moglie, Ida Pirozzi, 37 anni, entrambi della provincia di Latina. Loro e gli altri indagati sarebbero stati parte di due gruppi criminali che gestivano un rilevante traffico di sostanze stupefacenti nel comune di Catanzaro e nei centri limitrofi, rifornendosi dalla piazza napoletana, come dimostrerebbero ampi riscontri ottenuti dai militari con intercettazioni, pedinamenti e appostamenti, arresto di corrieri, nonché il sequestro complessivo - in cinque diverse attività - di poco meno di 100 chilogrammi di hashish. Insieme ai quattro presunti promotori, sono finiti in carcere anche: Vincenzo Romanico, Antonio Donato, Francesco Donato, Salvatore Maciullo, Stefano Rubino e Michele Sodaro. Arresti domiciliari per: Francesco Aiello, Gennaro Foglia, Danilo Lo Scavo, Marco Riccelli e Nicola Tavano. Gli ultimi due destinatari dell'ordinanza cautelare sono irreperibili, ma l'indagine conta altri cinquanta indagati.