Droga: Catanzaro, operazione “U cinese”, riesame rigetta ricorsi

Catanzaro Cronaca

Ancora una serie di ricorsi rigettati dal Tribunale del riesame di Catanzaro relativi agli indagati dell'operazione antidroga "U Cinese", diretta a sgominare una presunta associazione per delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. I giudici (presidente Adalgisa Rinardo, a latere Pietro Scuteri e Giuseppe Perri) hanno confermato le misure cautelari a carico di Vincenzo Domanico, difeso dall'avvocato Maurizio Belmonte, Nicola Tavano, difeso dagli avocati Vittorio Platì e Piero Chiodo, Stefano Rubino, difeso dall'avvocato Antonio Ludovico. Quest'ultimo, stamane in aula, ha rinunciato al riesame proposto nell'interesse di Sergio Rubino, catanzarese di 34 anni, detto "U Cinese" - da cui il nome dell'operazione -, ritenuto dagli inquirenti uno dei vertici della presunta associazione dedita al narcotraffico. Regge bene, dunque, l'impianto accusatorio costruito dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese, dal momento che nei giorni scorsi il collegio aveva già respinto i primi ricorsi presentati nell'interesse di cinque degli undici indagati catturati a Catanzaro in esecuzione del provvedimento di custodia cautelare emesso a carico di diciassette persone in tutto - altre persone sono state prese fra Roma, Napoli e Latina -, e precisamente per Domenico Rizza (difeso dall'avvocato Luigi Ciambrone), Salvatore Paciullo, Marco Riccelli, Francesco Aiello (difesi dall'avvocato Gregorio Viscomi), e Danilo Loscavo (difeso dall'avvocato Piero Mancuso). Il 29 marzo, infine, sarà discusso il ricorso per Antonio Donato (difeso da Luovico). Con l'inchiesta "U cinese", portata avanti dai Carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro per un anno e mezzo, si ipotizza l'esistenza di associazione per delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana nell'area catanzarese, napoletana e del basso Lazio, per un periodo compreso tra il dicembre 2006 ed il febbraio 2009. Secondo gli investigatori, alla guida del sodalizio criminale ci sarebbero stati Rizza, 55 anni, di Catanzaro, Sergio Rubino, ed i coniugi Biagio Chianese, 39 anni, vigile del fuoco, e sua moglie, Ida Pirozzi, 37 anni, entrambi della provincia di Latina. Tutti e quattro sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere, oltre a Domanico, Antonio Donato, Francesco Donato, Paciullo, Stefano Rubino e Michele Sodaro. Sono stati sottoposti agli arresti domiciliari invece: Aiello, Gennaro Foglia, Loscavo, Riccelli e Tavano.

Tutti gli indagati catanzaresi, tranne il solo Rizza (durante il blitz dei carabinieri sono stati rinvenuti quattro pistole automatiche con matricola abrasa, sei chilogrammi di marijuana, munizioni, caricatori, un silenziatore per pistola e undici mila euro in contanti, in un terreno descritto come di pertinenza della sua proprietà), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari Livio Sabatini, che ha firmato l'ordinanza cautelare nei loro confronti su richiesta della Dda.

E' attesa per domani la decisione del tribunale del riesame di Catanzaro relativamente alle misure cautelari disposte a carico di due degli indagati dell'operazione antidroga denominata "U cinese". Si tratta di Vincenzo Domanico e Sergio Rubino, per i quali la difesa ha chiesto l'annullamento o la revoca del provvedimento dei custodia in carcere o, in via subordinata, la concessione della misura gradata degli arresti domiciliari. I giudici, nei giorni scorsi ed oggi, si sono gia' pronunciati su precedenti ricorsi presentati da altri indagati rigettandoli, e dunque confermando le misure cautelari.