Processo Terramara Closed: concessi gli arresti domiciliari ad Italia Zagari
La Corte di Appello di Reggio Calabria - presidente Filippo Leonardo e consiglieri Adriana Trapani e Anna Laura Ascioti - accogliendo l’istanza dei difensori Antonino Napoli e Guido Contestabile, ha concesso gli arresti domiciliari a Italia Zagari.
La donna - sorella di Carmelo, Giuseppe e Pasquale Zagari e moglie di Marcello Viola - era stata arrestata, nell’ambito dell’operazione Terramara Closed condotta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, con l’accusa affiliata della cosca Zagari-Fazzalari-Sposato con il ruolo di partecipe e con il compito di mantenere rapporti con gli altri affiliati alla cosca, in particolare con l'uomo fidato del latitante Ernesto Fazzalari, di cui è cognata, Domenico Rettura.
Tramite questi avrebbe comunicato con il boss ricevendo anche disposizioni e direttive, “realizzando un sofisticato flusso comunicativo, consistente nello scambio di materiale e di messaggi per eludere le investigazioni tese alla cattura del ricercato”.
A tal fine, sempre secondo l’accusa, avrebbe accompagnato sistematicamente la sorella, Rosa Zagari, agli “incontri” con Rettura; più precisamente insieme alla sorella, in varie occasioni, avrebbe consegnato delle buste o le avrebbe ricevute a sua volta, e destinate o provenienti dal latitante.
La stessa, insomma, avrebbe avuto compiti di supporto alla sorella, storica compagna del latitante, nei suoi spostamenti per raggiungere il covo di Fazzalari, in coordinamento con gli altri sodali della cerchia che si occupavano della sua latitanza.
Inoltre avrebbe funto da “accompagnatrice” la sera del 24 giugno 2016, quando fu ideato e messo a punto un piano per “trasferire” Rosa Zagari da Taurianova a Molochio, nell’appartamento del compagno dove è stato arrestato il successivo 26 giugno.
All’esito del primo grado era stata condannata con il ruolo di partecipe della cosca mentre, a conclusione del processo di appello, la Corte ha derubricato il reato contestato in quello meno grave di concorso esterno, condannandola ad 8 anni di reclusione.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Napoli e Contestabile, stante la riqualificazione giuridica del fatto contestato in concorso esterno, in ragione evidentemente della minore rilevanza penale della condotta della Zagari, ed in ragione della giurisprudenza della Suprema Corte, secondo la quale in tema di misure cautelari il reato di concorso esterno non è assimilabile a quello di partecipazione ad associazione mafiosa ai fini della presunzione di adeguatezza della sola custodia in carcere, ha chiesto così la scarcerazione della propria assistita.
La Corte di Appello, accogliendo le argomentazioni difensive e ritenendo che la sentenza conclusiva del processo di appello ha sancito un ridimensionamento dei profili di responsabilità dell’imputata, attraverso la riqualificazione della condotta di partecipazione ad associazione mafiosa, alla stessa ascritta, in ipotesi di concorso esterno, su parere conforme del Procuratore Generale, ha scarcerato Zagari concedendole dunque i domiciliari.