Il Ccap Bruno Arcuri aderisce alla mobilitazione del 12 novembre
"Acqua e rifiuti nell’immaginario collettivo rappresentano due concetti opposti: l’acqua è simbolo di vita, di pulizia, di freschezza, i rifiuti m invecericordano la sporcizia, il fetore, l’insalubrità. - Comunica una nota stampa del Coordinamento calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” - Ma la gestione del servizio idrico e quella del ciclo dei rifiuti, nella nostra Calabria, sono due sistemi niente affatto distanti, anzi spesso si intrecciano e si avvinghiano fino a formare un unico grande business. È questo che deve avere spinto la Veolia, la più grande multinazionale al mondo nel settore ambientale, ad investire nella nostra terra diventando partner privato della Regione Calabria nella gestione delle acque prima, e padrona poi della Tec, e quindi dell’inceneritore di Gioia Tauro come di diverse discariche e impianti di trattamento dei rifiuti. Gestioni vitali, fondamentali per i cittadini calabresi, date in mano a chi è preoccupato solo di aumentare anno per anno i propri profitti. Non è su questa base che si potranno affrontare e risolvere le grandi criticità esistenti nella nostra regione, né tantomeno è questa la prospettiva delineata dalla maggioranza della popolazione italiana che a giugno, dietro la spinta dei movimenti per l’acqua pubblica, ha detto chiaramente di non volere la privatizzazione dei servizi pubblici locali, a partire proprio dalla gestione dell’acqua.
Oggi si investe in discariche e inceneritori non perché sono le uniche soluzioni per poter smaltire l’enorme massa di rifiuti prodotti, ma perché sono quelle che garantiscono più profitti! I problemi per la nostra salute, la distruzione irreversibile di intere porzioni di territorio, l’inquinamento delle falde acquifere da discariche (legali e non) mal gestite, non interessa agli amministratori calabresi, figuriamoci alle multinazionali straniere… - Continua la nota - Eppure se puntassimo alle filiere sostenibili dei rifiuti, alla raccolta differenziata porta a porta, a politiche di riduzione alla fonte (come il vuoto a rendere o la vendita di prodotti liquidi alla spina), a quelle tante buone pratiche ormai diffuse in tutto il mondo che permettono di trasformare veramente i rifiuti in ricchezza, si potrebbero generare molti (ma molti) più posti di lavoro di quelli necessari per la gestione di discariche e inceneritori, e soprattutto non si produrrebbero rischi per la nostra salute.
Naturalmente questo significa non puntare al profitto di pochi, ma al benessere di molti: logica che mal si sposa con le gestioni privatistiche. È questo che la privatizzazione di servizi come acqua e rifiuti ci hanno insegnato, ed è per questo che è ora di dire MO BASTA! Anche noi saremo in piazza il 12 novembre a Crotone per chiedere la fine del Commissariamento per l’emergenza ambientale in Calabria, per riportare il momento decisionale per i nostri territori fuori dalle stanze chiuse di un Ufficio commissariale o di un Consiglio d’Amministrazione: per le nostre vite dobbiamo decidere noi!"