Calabria Film Festival: studenti protagonisti di cinema e legalità
Rispetto delle regole, cultura, lavoro, formazione del senso critico. Sono questi i cardini sui quali si è incentrato il dibattito al polo culturale Santa Chiara di Vibo Valentia, scaturito all’interno del convegno “Cinema e legalità” organizzato dalla Fondazione Calabria film commission quale perno del Calabria film festival. L’importanza dei quattro concetti è stata riassunta dal presidente della Fondazione, Gianluca Curti, che ha presieduto l’incontro affiancato dal procuratore generale di Roma, e già sindaco di Vibo Valentia, Elio Costa, dall’attuale primo cittadino Nicola D’Agostino e dal direttore artistico della manifestazione Alessandro Russo.
Il presidente Curti ha portato i saluti degli illustri relatori che non hanno potuto partecipare direttamente per sopraggiunti impegni istituzionali: dal magistrato Ferdinando Imposimato, «un eroe che per combattere le brigate rosse ha subito anche la perdita del fratello per mano dei terroristi», alla direttrice del carcere di Reggio Calabria Maria Carmela Longo, con la quale la Fondazione ha improntato un percorso di collaborazione all’insegna della cultura e della legalità, per finire con il prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, impossibilitata a partecipare per un imprevisto dell’ultimo minuto. Alla fine anche l’intervento del delegato del presidente Scopelliti, Giuseppe Agliano, il quale ha portato al dibattito una visione sia da appassionato che da rappresentante istituzionale, con idee e proposte.
L’incontro, dopo l’introduzione di Curti, è stato aperto da un collegamento in videoconferenza dell’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, grande sostenitore, insieme al presidente Giuseppe Scopelliti del quale ha portato i saluti, delle iniziative della Fondazione.
Caligiuri ha parlato del festival come di «un’occasione straordinaria per Vibo e la Calabria di affacciarsi ad un mondo capace di arrivare alla gente, mettendo in vetrina le bellezze di questa terra e la sua storia millenaria». Entrando nell’argomento del convegno, l’assessore ha spiegato che la lotta alla criminalità si muove su tre livelli: «La repressione, per dimostrare che lo Stato è più forte dell’antistato; lo sviluppo economico, strumento col quale si può togliere l’ossigeno alla mafia; e soprattutto la cultura, la prima arma di difesa dai poteri criminali. Su questo - ha evidenziato - il lavoro che sta facendo la Film commission è straordinario». Nell’occasione ha ricordato che a Nicotera, in un bene confiscato alla mafia, verrà realizzato un centro di cinematografia, ed ha proposto al presidente di fare lo stesso in altre due strutture confiscate a Gioia Tauro; proposta, questa, accolta subito con favore da Gianluca Curti. Proprio per promuovere la cultura della legalità, Mario Caligiuri è stato lieto di annunciare che il bando col quale è stato proposto alle scuole dei comuni della regione maggiormente oppressi, di prolungare il tempo didattico, è stato addirittura finanziato con 9 milioni di euro tante erano le richieste. «La Calabria - ha concluso - guarda con grande interesse a ciò che fa la Film commission, perché si prodiga tantissimo per promuovere la nostra regione».
Dopo la proiezione di un breve filmato per esplicitare gli scopi che si propone di raggiungere la fondazione - con l’incipit: “Porteremo la Calabria nel mondo e il mondo in Calabria” - la parola è passata al sindaco D’Agostino. Il quale ha spiegato che «parlare di cinema e legalità è anche un modo per avvicinare le generazioni», parlando di un cinema capace di «mostrare a tutti storie che altrimenti in pochi conoscerebbero, storie come quella di Impastato o di altri grandi personaggi d’Italia». Ma l’aspetto che più di tutti è stato caratterizzante del convegno è rappresentato dalla partecipazione degli alunni di due classi - la seconda e terza F del liceo Scientifico “Giuseppe Berto” di Vibo Valentia - che con le loro domande hanno innescato un dibattito incentrato sui più diversi aspetti legati proprio a cinema e legalità. Particolarmente sentito è stato il discorso del presidente Curti: «E’ importante - ha detto rivolgendosi agli studenti presenti e attenti - pretendere il rispetto dei nostri diritti. In un mondo in cui si vogliono far passare i diritti come una regalia, sappiate che dovrete lottare con tutte le vostre forze per imporvi. Non arrendetevi mai, può capitare che arrivi un momento in cui bisognerà scegliere da che parte stare. Scegliete di stare con i buoni, la legalità ci ripagherà di tutto. La cultura ci ripagherà di ogni cosa». Per spiegare il concetto ha riportato l’esempio di Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra ad appena 25 anni perché aveva deciso di fare il suo mestiere, di raccontare ciò che vedeva senza distorsioni: «Lui era un giornalista-giornalista, uno che raccontava ciò che vedeva. Per questo era scomodo, per questo è stato ucciso. Ma è grazie a gente come lui, ad eroi come i magistrati che combattono tutti i giorni contro il malaffare, che possiamo dirci liberi». Vivace e pertinente è stato il dibattito con i ragazzi, che hanno posto agli ospiti domande incalzanti sui temi del convegno. Curti, Costa, D’Agostino, Russo non si sono sottratti. Hanno spiegato ai ragazzi - in risposta a domande precise - che sì, a volte il cinema porta in primo piano eventi spiacevoli che accadono in Calabria come al Sud in generale, ma che compito dei film «non è cambiare il mondo - ha detto il giudice Elio Costa -, ma offrire gli strumenti per leggerlo e comprenderlo da diverse angolature». Che a volte sì, è difficile lavorare in Calabria, ma la gente perbene alla fine trionfa, che la cultura trionferà sempre sull’ignoranza, che la mafia, di ignoranza, si ciba. E che l’ignoranza provoca soltanto danni al tessuto economico e sociale di un territorio. Un dibattito intenso, uno scambio di vedute con chi rappresenta il futuro, i giovani appunto, che dovranno trovare la forza - è stato ribadito - di imporsi al cospetto di una società apatica, che spesso non privilegia la meritocrazia. E’ uscito fuori, alla fine, un messaggio importante, fondamentale: il cinema, come altre arti, è cultura. La cultura è alla base di ogni civiltà, e l’Italia è fortunata ad avere un patrimonio che rappresenta il 65% del totale in tutto il mondo. Per questo bisogna lavorare e investire nel settore.
Infine anche l’intervento della professoressa Eleonora Rombolà, accompagnatrice dei ragazzi e sostenitrice del progetto che ha portato la III F a vincere il concorso nazionale “Legalità nel quotidiano”, con la premiazione avvenuta a Roma qualche giorno fa. Un contributo importante, come gli altri, per dire che la Calabria c’è. E del processo di rivoluzione culturale vuole essere la principale protagonista.