Calabria Film Festival, terza giornata all’insegna dei grandi nomi
Prima l’incontro con una delle regine dello spettacolo italiano, poi il confronto tra un’attrice e una regista italiane. La terza giornata del Calabria film festival ha offerto al pubblico calabrese giunto a Vibo Valentia la possibilità di un dibattito aperto con Paola Barale prima, e con Valentina Cervi e Marina Spada dopo. Ad allietare la serata di palazzo Gagliardi la presenza incantevole di Stefania Bivone, la miss Italia orgoglio della regione.
Paola Barale, reduce dal film tutto in salsa calabrese “Vorrei vederti ballare” ancora non uscito in sala e ambientato a Cosenza, è la protagonista del videoclip “Battle on ice” della band cosentina dei Miss Fraulein. Proprio sul video si è incentrata la parte iniziale del dibattito, moderato dal direttore artistico Alessandro Russo. «La Calabria mi ha sempre sostenuto - ha esordito la Barale - ed ho avuto modo di conoscerla bene in occasione del film che ho girato a Cosenza. Un film in cui questa regione viene rappresentata senza criminalità». Dopodiché ha raccontato i dettagli del video, la costruzione, l’entusiasmo col quale ha accettato la sfida: «I Miss Fraulein sono una band da considerare in un panorama ricco ma che purtroppo ha poca visibilità. Loro si mettono in gioco, e mi piacciono per questo». Alla discussione ha preso parte anche il vocalist della band, Giulio Ancora, con il batterista Davide Imbrogno. Subito dopo in sala è giunta Stefania Bivone, accompagnata dal suo agente Beniamino Chiappetta. La reginetta ha accolto con un sorriso gli auguri di Russo e della Barale di una carriera brillante nel mondo del cinema, mettendo in risalto, però, la sua passione per la musica. «Sono felicissima di essere qua - ha detto - perché l’ambiente del festival mi affascina molto, anche se il mio desiderio è riuscire a realizzarmi nel mondo della musica». La sala 2 di palazzo Gagliardi, gremita per l’occasione, ha quindi ospitato un interessante incontro offrendo la possibilità a tutti di apprezzare da vicino due bellezze di primo piano del panorama artistico nazionale.
Ma i dibattiti - momento tra i più importanti del festival - non si sono fermati qui. Dopo poco, infatti, la saletta del prestigioso palazzo che ospita gran parte delle proiezioni e i corti in concorso ha accolto due esponenti di spicco del cinema italiano che portano il nome del Belpaese nel mondo. Valentina Cervi, bellissima attrice figlia di Tonino Cervi e nipote del grande Gino, è reduce da un viaggio a Los Angeles dove ha concluso i dettagli di una sua prossima partecipazione ad un film. La Cervi ha parlato del suo lavoro con Spike Lee, che l’ha diretta in “Miracolo a Sant’Anna”, definendo il regista «una persona esigente, complessa. A lui - ha chiosato - sarò sempre grata per avermi scelto». Il dibattito si è animato grazie al confronto tra la Cervi e la regista de “Il mio domani” (proiettato alle 21.30), Marina Spada, sull’evoluzione del cinema, sui risvolti futuri e sulla salute dell’industria cinematografica nel suo complesso. Fortemente pessimistica la visione della giovane attrice, per la quale «il cinema italiano oggi non c’è. Fuori non si vede. Ci sono grandi attori, grandi attrici, ma nel complesso si stenta molto». Concorde sull’ultimo concetto, ma di parere opposto sulla salute dell’industria italiana di settore, la Spada, che ha portato i suoi film in concorso ai festival più prestigiosi, tra cui Venezia e Roma, si è detta certa che «un futuro c’è, si tocca. È necessario - ha aggiunto - che vi sia da parte di chi deve farlo un sostegno a questo mondo, non un taglio netto che impedisce ai giovani autori di farsi anche solo conoscere». La regista milanese, poi, si è soffermata sulle ambientazioni dei suoi film, spesso girati a Milano, «che non è uno sfondo, ma la protagonista. Nelle mie pellicole - ha spiegato - cerco di fare emergere il vero volto della città, che non è quello di corso Como, veline, calciatori e alcool; ma è quello di gente che lavora, e tanto, per potersi mantenere. Se non lavori, a Milano non puoi vivere».
Si è così chiusa la terza serata del Calabria film festival, che ha portato, ancora una volta, i pezzi pregiati del panorama artistico e cinematografico a confrontarsi con la gente, per discutere di cinema ma anche di attualità. Un modo, insomma, per diffondere la cultura in maniera capillare.