Manifestazione per il tribunale di Lamezia: perché USB non è in piazza
USB provinciale Lamezia-Catanzaro e USB Calabria, hanno deciso di non essere in piazza oggi a Lamezia nella manifestazione organizzata per difendere il tribunale della città della piana.
"Le motivazioni - scrive in una nota la Federazione USB Calabria - sono diverse, però è giusto ricordare come a livello nazionale USB sia stata l’unica organizzazione sindacale, nello scorso autunno, a rifiutare in toto il piano di dimensionamento della giustizia che prevedeva il taglio di numerosi tribunali e della quasi totalità dei giudici di pace. Allora nessuno si è mosso: né ovviamente i partiti che l’hanno promosso e che formavano il governo Berlusconi né i partiti allora all’opposizione ed oggi al fianco di Monti, il quale ha confermato le scelte del governo precedente. Insomma USB sola contro tutti.
Ma allora, se questa è la nostra posizione e se siamo stati quelli che hanno lanciato le grida di allarme per il futuro di tanti lavoratori che rischiano di essere dichiarati in esubero e che, con l’accordo sulla riforma del lavoro nel pubblico impiego, firmato il 4 maggio da Cgil, Cisl e Uil, rischiano di andare a casa, perché oggi non siamo in piazza a continuare la protesta?
Innanzi tutto USB non può essere in piazza assieme ad una organizzazione di ispirazione neofascista che, in modo assolutamente strumentale, ha provato da subito a mettere il proprio simbolo su questa rivendicazione, cercando una pubblicità che non merita ed allontanando tutte le persone e le forze democratiche che hanno a cuore il problema.
In secondo luogo, riteniamo sia sbagliato rincorrere chimere campanilistiche pensando che il problema sia quello della spoliazione della “terza città della Calabria”. Noi riteniamo che non sia assolutamente così, che non possa essere il “campanile” la molla che spinge i cittadini a protestare. La Calabria convive con un cancro difficile da estirpare quale è la mafia e la presenza dei tribunali, oltre ad essere un presidio di democrazia indispensabile, prova a garantire anche la regolarità dei processi ed il rispetto dei termini di prescrizione: se oggi per avere giustizia ci vogliono dieci anni, con la chiusura dei tribunali ne occorreranno venti e di questo la malavita organizzata ringrazierebbe.
Ecco perché non è possibile protestare solo per Lamezia, ma il problema va esteso a tutti i tribunali della Calabria a rischio chiusura: quindi, oltre alla nostra città, anche Locri, Palmi, Castrovillari, Rossano e Paola. Solo se si fa un ragionamento che miri a contrastare e combattere la mafia, si può dare forza e valore alle giuste rivendicazioni di chi oggi protesta.
Ma queste argomentazioni, oggi in piazza a Lamezia non ci sono; ci sono solo le sterili rivendicazioni campanilistiche e questo non ci trova d’accordo. In conclusione, emarginiamo chi sta provando, come fa sempre, a strumentalizzare il problema, delegittimandoli e rifiutando la loro presenza in piazza, allarghiamo gli orizzonti della protesta e USB, sarà protagonista, come sempre quando ci sono battaglie giuste da intraprendere".