Tribunale di Lamezia. La Destra: “Reazione flebile delle istituzioni”
Riceviamo e pubblichiamo comunicato de La Destra Lamezia sul tribunale cittadino
"L’assemblea di giorno 4, partecipata oltremodo da istituzioni e professionisti del settore, oltre a riportare autorevoli interventi, in realtà è servita solo a rimettere la sorte del palazzo di giustizia, nelle mani di coloro che direttamente o meno hanno contribuito a causare il danno. Tra quanti si sono “precipitati” a difendere la necessaria permanenza del tribunale nella città della piana, ci sentiamo di sostenere le tesi di coloro che , in modo coraggioso, nei rispettivi interventi, hanno più o meno velatamente, richiamato la responsabilità dei politici che rappresentano la città di Lamezia a Roma. Un atto coraggioso, che denota come ancora sul nostro territorio esistano uomini “liberi”, un’intraprendente minoranza trasversale che ha sentito il dovere di evidenziare determinate “mancanze”, per non far passare la “favola” dello “sconosciuto” mostro cattivo che vuole divorare Lamezia.
Un atteggiamento retto, già avvisaglia per la classe dirigente che da più di dieci anni “lavora” a Roma. Questi Onorevoli, che oggi freneticamente promuovono interrogazioni al Ministro della Giustizia, probabilmente si sentono sommergere dal peso di cocenti responsabilità, aggravate dalla consapevolezza che, i piani di riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie, quindi gli accorpamenti, sono stati sviluppati utilizzando alcuni criteri contenuti nella legge 148 / 211, regolamento del governo Berlusconi, ovviamente votato dagli onorevoli di centro destra. Politici che oggi esortano la popolazione lametina alla reazione coesa, ma che ignorano forzatamente di non beneficiare affatto della fiducia di chi, alla prima occasione, ha bocciato platealmente il loro operato. L’incontro di venerdì è stato segnato dall’amara consapevolezza dell’obbligata necessità di dare ancora credito a loro che disorientati, hanno cercato e trovato sicuramente spunti e giustificazione negli interventi presentati in assemblea, vere e proprie “scialuppe di salvataggio”, come quello autorevole dell’avv. Grandinetti il quale, facendo riferimento ad un parere del Csm datato 1994 che cita Lamezia Terme tra i le sedi insopprimibili, ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai nostri Deputati.
Difendere il tribunale di Lamezia è fondamentale, rimaniamo fiduciosi sul risultato della vicenda, ma qualsiasi sia l’esito della contesa, non potrà rimanere impunita una classe politica strumentale che per la sua “spudorata superficialità” non ci ha tutelati dal prospettarsi di questa situazione, non si tratta di qualunquismo, forse qualcuno proverà a farlo passare come tale, ma di responsabilità accertate. La questione “tribunale” è l’ennesima occasione per affermare che Il popolo lametino, prima di tutto, deve “fare i conti” con chi ha permesso nel tempo il lento e logorante impoverimento della città, solo partendo da questo presupposto si potrà sperare in un futuro migliore. Per quanto riguarda il merito del caso, noi de La Destra, oltre ad esprimere solidarietà agli addetti ai lavori e alle attività commerciali che dallo stesso “Foro Lametino” traggono opportunità di sostentamento, per il bene della città e come fatto in passato, non ci metteremo in disparte."
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