Dia Reggio confisca beni per 115 mln a imprenditore romano
Beni del valore di 115 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Reggio Calabria ad un imprenditore 34enne romano, F.M., coinvolto nell'operazione 'Overloading' coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Gli investigatori sostengono di aver notato una sua particolare capacità di interlocuzione con il narcotrafficante internazionale Bruno Pizzata e altri soggetti delle cosche di San Luca e Locri come Sebastiano Pelle, Antonio Pelle e Giuseppe Pelle di cui sarebbe stato finanziatore.
La confisca disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria riguarda il patrimonio aziendale e le quote sociali di 32 società di capitali, di cui 26 con sede in Roma, quattro in provincia di Roma e due a Latina operanti nei settori immobiliare (21 società), edilizio (4 società), ricerca e sviluppo nei comparti ambientale e tecnologico (3 società), commercio autovetture (3 società) e gestione servizi aeroportuali (una società); disponibilità finanziarie aziendali e personali, per circa 1,5 milioni di euro, orologi e monili di cospicuo valore contenuti in una cassetta di sicurezza.
Tra i beni societari di particolare pregio figurano a Roma l'immobile locato alla società di gestione del teatro Ghione (quest'ultima estranea ai fatti ed al sequestro) adiacente piazza San Pietro; un immobile a quattro piani nella centralissima via Cesalpino; un fabbricato con 10 unità immobiliari in via Ripetta; tre immobili adibiti a garage e magazzini per complessivi 1800 mq nelle centrali via Tuscia, via Leone Magno e via Santa Maria delle Fornaci. E ancora due immobili adibiti ad uso alberghiero a Taormina (Messina) e Fabrica di Roma (Viterbo), due ville a più piani con ampio parco annesso a Sabaudia ed altre villette ed appartamenti a Fabrica di Roma, Mentana e Rignano Flaminio.
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Nello scenario investigativo, l'imprenditore era ritenuto uno dei principali finanziatori dell'organizzazione criminale, per gli inquirenti solito interloquire con Pizzata e con esponenti malavitosi di San Luca e Locri. Scarcerato dal Tribunale del Riesame di Catanzaro nel gennario 2011, è stato arrestato nuovamente nel dicembre 2011 dalla Guardia di Finanza, per associazione a delinquere finalizzata all'abusivo esercizio di attività finanziaria nonché per falso, truffa ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nel settembre 2011 il Cento Dia di Reggio Calabria aveva eseguito un sequestro anticipato dei beni dell'imprenditore romano, mentre con un'ulteriore informativa del 15 febbraio 2012 la Dia ha delineato un presunto progetto di occultamento del proprio patrimonio.