Pro-Serre, caso acqua sporca: manifestazione all’impianto dell’Alaco
Nonostante l’impianto dell’Alaco, gestito da Sorical Spa dal 2006, sia stato posto sottosequestro da parte della Procura della Repubblica di Vibo ormai da diversi mesi, la situazione connessa al caso “acqua sporca” non è affatto cambiata. Continuano infatti ad arrivare copiose segnalazioni da parte di cittadini che tuttora ricevono nelle proprie case acqua maleodorante e dal colorito anomalo. Le ultime segnalazioni sono arrivate addirittura da cittadini residenti in abitazioni site nel centralissimo C.so Umberto I, a Serra San Bruno (foto). Di conseguenza l’acqua che dall’Alaco arriva fino alle case di migliaia di calabresi, presenta le stesse identiche deficienze nonostante, appunto, al momento l’impianto sia stato affidato alla gestione di un custode giudiziario.
A parte il caso di Simbario, dove da oltre un mese l’acqua è stata dichiarata non potabile con un’ordinanza comunale, continua il silenzio degli altri sindaci, rimasti indifferenti al problema anche dopo aver ricevuto nel maggio scorso l’ordinanza di sequestro dell’impianto Alaco. I sindaci di Serra, Bruno Rosi e di Vibo, Nicola D’Agostino, hanno provveduto a rendere pubbliche le analisi di alcuni campioni d’acqua prelevati nei rispettivi comuni ma in realtà si tratta di analisi fuorvianti, che prendono in considerazione solo una decina di valori e non tutti i parametri (quasi 70, fra cui quelli utili a riscontrare la presenza di metalli pesanti o di altri elementi cancerogeni) previste dal procedimento di verifica del dlgs 31/2001.
Quindi l’acqua che arriva nelle nostre case non è assolutamente acqua potabile. Per questo il Comitato Civico pro-Serre ed il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, hanno organizzato per sabato 20 ottobre dalle ore 10.30 un sit-in di protesta proprio davanti ai cancelli della diga Alaco. Nel corso della manifestazione, che vedrà la partecipazione di Corrado Oddi (Cord. Nazionale Forum Italiano Movimento dell’Acqua) chiederemo di:
- Interrompere il pagamento delle bollette inviate ai cittadini, che da anni pagano per avere acqua potabile;
- Progettare subito l’alternativa al “sistema Alaco”, recuperando le sorgenti e i pozzi comunali presenti sul territorio e predisponendo un piano alternativo di ripubblicizzazione totale delle risorse idriche;
- Accogliere la proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua”;
- e di chiudere definitivamente l’impianto dell’Alaco.