‘Ndrangheta: Girasole da icona antimafia agli arresti domiciliari
Nei cinque anni alla guida del Comune di Isola Capo Rizzuto (Kr), tra il 2008 e il 2013, Carolina Girasole era diventata il simbolo dell'antimafia. Donna ed amministratrice in prima linea. Vittima di continui attentati, Convinta sostenitrice della legalità. Fino ad oggi, quando la Guardia di Finanza di Crotone le ha notificato il provvedimento di custodia cautelare con gli arresti domiciliari. Per essere eletta, secondo l'accusa, Girasole avrebbe ottenuto i voti della potente cosca Arena, promettendo favori.
Nel 2008 la professionista di Isola Capo Rizzuto aveva vinto le elezioni comunali con 3.360 voti, pari al 40,1 per cento, affermando nel centro crotonese anche l'idea di una donna sindaco dopo le disavventure degli scioglimenti per infiltrazioni mafiose. Era risultata vincente l'idea di una coalizione civica di centrosinistra che prometteva legalità e giustizia. Il mandato fu travagliato. Sia per le crisi politiche, soprattutto nell'ultima fase, sia per i numerosi attentati e una miriade di intimidazioni subite dalla sindachessa.
Prima delle elezioni politiche della primavera scorsa, Girasole era diventata un simbolo dell'antimafia a livello nazionale, fino ad entrare in lizza per un posto nelle liste di Camera e Senato. Prima per il Partito Democratico, poi per Scelta Civica con Monti, lista per la quale Girasole venne candidata alla Camera dei Deputati. Nel frattempo, con una coalizione completamente mutata e con una lista civica che portava il suo nome, Carolina Girasole aveva provato la corsa per il suo secondo mandato da sindaco. Questa volta con meno fortuna. Sconfitta dal candidato del centrodestra, Gianluca Bruno, aveva conquistato 1.188 voti, pari al 13,67 per cento. (AGI)