Droga: operazione “Stretto antico” a Catanzaro, sentenza ad aprile
È attesa per il 14 aprile la sentenza del giudice distrettuale dell'udienza preliminare di Catanzaro nell'ambito dei sette giudizi abbreviati a carico degli imputati coinvolti nell'operazione antidroga dai carabinieri di Catanzaro denominata "Stretto antico".
Dopo che a gennaio il pubblico ministero, a conclusione della propria requisitoria, ha chiesto sette condanne - a pene comprese fra 3 e 8 anni di reclusione -, oggi sono proseguite le arringhe dei difensori (gli avvocati impegnati sono Lucio Canzioniere, Laura Parretta, Chiaravalloti, Raffaele Fioresta, Arturo Bova, Antonio Lomonaco, Piero Chiodo, Simona Longo), fra i quali l'avvocato Vincenzo Cicino, in particolare, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale a seguito delle recenti modifiche normative in tema di stupefacenti.
Tutti hanno concluso chiedendo l'assoluzione per i rispettivi assistiti, asserendo che le prove a loro carico, soprattutto quelle derivanti dalle intercettazioni effettuate dagli investigatori, sarebbero inconsistenti e soggette a diverse interpretazioni. Infine il rinvio del giudice, Maria Rosaria Di Girolamo, al 14 aprile quando dovrebbe arrivare anche la sua decisione finale per i sette imputati.
Un'ottava persona coinvolta nell'operazione "Stretto antico" ha in precedenza patteggiato la pena, mente tutti gli altri hanno scelto l'abbreviato a seguito della richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura ed accolta lo scorso giugno.
Gli imputati sono stati destinatari di un provvedimento di custodia cautelare eseguito all'alba del 24 gennaio 2013 con il blitz "Stretto antico" e, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbero stati dediti all'attività di spaccio di droghe pesanti, soprattutto cocaina ed eroina, in una delle zone "di competenza" dei rom stanziali di Catanzaro, in via Stretto Antico (da cui il nome dell'operazione), all'interno dell'accampamento degli zingari.
La droga, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe arrivata dalla provincia di Reggio Calabria, Monasterace in particolare, dove risiedeva uno degli imputati, e sarebbe stata destinata allo spaccio nella zona di Catanzaro Lido, o anche nell'area di viale Isonzo. Nel corso degli interrogatori di garanzia gli accusati, affiancati dai rispettivi difensori, si erano tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. (AGI)