Inchiesta “Dirty Soccer”: interrogatori, presidente Teramo non risponde
Nel corso degli interrogatori inerenti all’inchiesta "Dirty Soccer", il presidente del Teramo, Luciano Campiteli, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Il Teramo, neo promosso in B, secondo l'accusa, si sarebbe adoperato, tramite lo stesso presidente, per condizionare la gara decisiva vinta dagli abruzzesi a Savona.
Campitelli, accompagnato dal suo avvocato, Renato Borzone, si è recato alla Questura di catanzaro intorno alle 12:30, lasciando gli uffici pochi minuti dopo aver comunicato agli inquirenti la sua volontà di non rispondere alle loro domande.
L'avvocato Renato Borzone ha dichiarato che: “Campitelli si è avvalso stamani della facoltà di non rispondere all'interrogatorio poiché ha compreso, nella fase iniziale dello stesso, che i fatti ipotizzati nei suoi confronti, peraltro del tutto infondatamente, non sono riferibili a condotte realizzate nella giurisdizione di competenza della autorità giudiziaria di Catanzaro. La difesa - afferma l'avvocato - ha chiarito immediatamente che l'indagato potrà rispondere e risponderà, in ossequio alle norme processuali, all'autorità giudiziaria competente, poiché il rispetto del giudice naturale precostituito per legge è un principio costituzionale posto a garanzia della legalità del procedimento ed è uno dei cardini dello stato di diritto. Pertanto la difesa sta attivando, nelle forme di legge, gli istituti di garanzia previsti dal codice di procedura penale affinché sia determinata la competenza territoriale adeguata ai fatti come ipotizzati dagli inquirenti. In tale situazione, suo malgrado –prosegue legale del presidente dei biancorossi - il presidente Campitelli ha potuto soltanto rendere una dichiarazione di riserva a rispondere solo davanti al proprio giudice naturale, ribadendo, però, in tale dichiarazione: la propria assoluta estraneità ai fatti; l'impossibilità dell'esistenza di conversazioni telefoniche che lo riguardino e che possano confermare l'ipotesi d'accusa nei suoi confronti; la singolarità del riferimento ad incontri avvenuti in date in cui non era presente a Savona ma si trovava dimostrabilmente a Teramo; la convinzione di avere sempre posto in essere condotte trasparenti e leali, lecite sia dal punto di vista sportivo che da quello penale. In attesa delle decisioni degli organi processuali sulla determinazione della competenza territoriale – conclude Borzone - la difesa rappresenta che, pur comprendendo l'ansia e le aspettative della stampa e della pubblica opinione per la vicenda, e pur ribadendo l'assoluta innocenza del presidente Campitelli, non sembra opportuno istituire processi mediatici paralleli alle competenti sedi giudiziarie, nel rispetto, dunque, sia delle prerogative degli organi inquisitori che della difesa.”
(Aggiornato alle 17:02)