Barletta (Adiconsum Calabria): facciamo contare di più i bisogni della collettività
"La recente alluvione , per l’ennesima volta, ha messo in evidenza tutti i mali di una Regione che da troppo tempo è vittima certamente dell’incuria e dei vari abusi perpetrati negli anni, ma anche del progressivo abbandono delle imprese di rilevanza pubblica le quali, sotto le assurde motivazioni legate ai freddi numeri, gradualmente si sono disimpegnate in vari modi: chiudendo sedi e servizi, ma anche dismettendo intere reti di comunicazione."Lo dichiara in una nota Carlo Barletta Presidente di Adiconsum Calabria.
"E non può che essere questa l’analisi dell’ultima alluvione - continua ancora - che ha colpito la nostra Regione. Non si spiegherebbe diversamente altrimenti l’immagine di un binario sospeso affiancato da una Strada Statale crollata. Molte voci legate alle legittime proteste di comitati e associazioni (tra le quali la nostra) hanno a più riprese denunciato che incuria, abbandono, spopolamento dell’entroterra sono la ricetta perfetta per “gustare” un ottimo disastro sul litorale.
Molte le voci, appunto, ma nessun orecchio pronto ad ascoltarle. E allora che fare? Lo diciamo da subito: dichiarare lo stato di emergenza, pure auspicabile a breve, non porterà alcun risultato utile nel lungo periodo se non quello di rattoppare una veste stracciata che deve essere ricostruita e ripensata ex novo.
E allora - conclude Barletta - ecco una buona ricetta che non comporta mega progetti ma che da subito sarà apprezzata dai cittadini. Evitiamo di dismettere linee ferroviarie; al contrario, si investa per il loro sviluppo, potenziamento e messa in sicurezza; portiamo a compimento la costruzione della nuova SS 106 ammodernando altresì la SS 18 (reti fondamentali non solo per la Calabria) investendo concretamente nella mobilità stradale e curandone in particolare la qualità e la reale fruibilità; incentiviamo le politiche della salvaguardia ambientale a cominciare dalle zone di montagna; evitiamo il depauperamento e la chiusura dei servizi nelle aree dell’entroterra (poste, INPS, forze dell’ordine ecc…) fonti di continuo spopolamento, disagio e conseguente abbandono per chi resta. Insomma, facciamo contare di più i bisogni della collettività e del territorio e meno quelli del mercato e facciamo che ognuno svolga quel dovere per il quale i cittadini pagano le tasse riacquisendo il termine di servizio pubblico nella sua interezza. L’ambiente sentitamente ringrazia."