Catanzaro, consigliere Cimino: risolvere questione giovani stagisti

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“Risanare la sanità e tagliare a fettine il sistema del distorcente intrecciato potere che ha causato tanti danni, è atto urgente e rivoluzionario. Tuttavia, qualsiasi azione di recupero della nostra economia non può passare sulla testa dei giovani calabresi. Specialmente, quelli disoccupati, e quanti il lavoro lo hanno perso negli ultimi anni. Sembra riecheggiare nell’aria un vecchi adagio:” non disturbare, stiamo lavorando per voi”. Intanto, nessuno si occupa più dei lavoratori di Phonemedia, di quelli delle cliniche private e dei duecento circa che rischiano il posto a Villa Betania, e delle migliaia che in tutta la Calabria vivono o stanno per vivere analoga drammatica situazione. In questo scenario assume più forte valenza la battaglia che i trecentocinquanta stagisti, impegnati per due anni presso gli enti locali, stanno conducendo per evitare, almeno questo, di essere espulsi dal circuito formazione-lavoro. A proposito del quale, ribadisco che ovunque, e anche dalla buona intelligenza dell’on Roberto Occhiuto, esso è nato per preparare i giovani ad un lavoro qualificato e qualificante. In Calabria, una buona legge, baciata fra l’altro dai finanziamenti europei, prende la strada vecchia. Quella dell’assistenzialismo e del parcheggio. E’ tempo di invertire questa tendenza e cambiare strada. L’occasione la offrono proprio gli stagisti (mi scuso con loro per questa fredda denominazione). Per coprire l’incapacità di affrontare il loro problema, c’è chi tenta di metterli contro i loro coetanei disoccupati. La guerra tra i poveri procura qualche voto, ma in una realtà sociale al collasso- come la nostra- può deflagrare pesantemente. I giovani laureati formatisi nella esperienza lavorativa, devono essere considerati una risorsa, non un peso e un ingombro. Una risorsa da valorizzare, perché contrariamente si sarebbero buttati i soldi pubblici spesi per formarli. E proprio in quelle specialità amministrative di cui ha strettamente bisogno la burocrazia regionale e gli apparati locali per liberarsi dalla loro elefantiasi e dalla loro incapacità di rinnovarsi. Ma i giovani, nell’Europa senza frontiere, possono andare altrove per affermarsi., si dice. Bella scoperta ! Vorrei vederli con la loro 24 ore di pelle ricevuta alla laurea, portarsi nelle Regioni del nord ad offrire nuovamente, e in un tempo di grave abbandono del Mezzogiorno, la loro forza che fa ricco il nord e impoverisce ancora il sud.”