Aeroporto Crotone: Procura chiude indagini su fallimento Sant’Anna Spa, 9 indagati

Crotone Cronaca

In seguito al fallimento della società Sant’Anna Spa, società che ha gestito l'aeroporto di Crotone fino all'aprile 2015, la Procura della Repubblica di Crotone ha notificato la chiusura delle indagini.

Il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Gaetano Bono, ha scritto nel registro degli indagati nove persone.

Si tratta del sindaco di Isola Capo Rizzuto, Gianluca Bruno, degli ex presidenti del cda Fortunato Roberto Salerno e Cesare Spanò, di Giovanni Mazzei, dell’ex sindaco di Cutro, Salvatore Migale, dell’ex presidente della Regione facente funzioni, Antonella Stasi, di Leonardo Sacco, ex governatore della Misericordia, Francesco Sulla, e infine dell’ex sindaco di Crotone, Peppino Vallone. L’accusa è per tutti di bancarotta fraudolenta.

Salerno e Spanò sono indagati in quanto ex presidenti del cda della società mentre Mazzei, Migale, Sacco, Stasi, Sulla e Vallone quali consigliere di amministrazione.

Tutti gli indagati sono accusati di più fatti di bancarotta, ovvero, sostiene l’accusa: “per non aver impedito l’evento che avevano l’obbligo giuridico di impedire ossia il dissesto della società, nonostante fossero consapevoli dell’elevatissimo rischio di insolvenza della Sant’Anna Spa che, almeno dall’anno 2012, operava in mancanza di adeguato capitale sociale e versava in una situazione connotata da un evidente squilibrio economico, finanziario, patrimoniale, con un patrimonio netto costantemente negativo e una conclamata difficoltà di adempiere puntualmente al pagamento”.

L’accusa sostiene inoltre che gli indagati avrebbero "con grave colpa, aggravato il dissesto della società consistente nell’avere impostato la gestione del Sant’Anna Spa in chiave antieconomica senza alcuna realistica possibilità né di guadagno né quantomeno di raggiungere un pareggio di bilancio; per avere aggravato il dissesto della società astenendosi dal richiedere il fallimento; per avere aggravato il dissesto della società con grave colpa in quanto facevano domanda di ammissione al concordato preventivo soltanto il 6 giugno 2014 e, dunque, agivano con negligenza, imprudenza e imperizia per avere tardato nel ricorrere alle procedure previste dalla legge fallimentare sebbene lo stato di crisi della società si protraesse già da oltre due anni.”

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