Lande desolate, Oliverio dal gip: “Sono tranquillo”

Catanzaro Cronaca
Mario Oliverio

Si è detto tranquillo il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, dopo l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto questa mattina al Tribunale di Catanzaro.

Il governatore, sottoposto all'obbligo di dimora nel comune di residenza da lunedì, nell'ambito di un'inchiesta della Dda e della Guardia di Finanza su presunte irregolarità nell'affidamento di alcuni appalti (LEGGI), è arrivato in orario.

Ai cronisti che lo attendevano fuori dal palazzo di giustizia ha detto “Sono tranquillo” e a chi ha chiesto se intendesse rispondere alle domande ha risposto semplicemente: “Sono qui...”.

Oliverio, che respinge le accuse di abuso d’ufficio tanto da iniziare lo sciopero della fame (LEGGI), ha già presentato ricorso al Tribunale del Riesame, che potrebbe riunirsi già il prossimo 27 dicembre (LEGGI)

Parlando con i giornalisti all'uscita del tribunale di Catanzaro dopo l'interrogatorio di garanzia, durato circa due ore, il governatore, assistito dal suo legale, Vincenzo Belvedere, ha detto: “Ho chiarito la mia posizione”.

Ha poi rifiutato in toto le accuse mossegli, affermando di non accettare che “possano essere infangate o offuscate la mia vita e la mia storia di amministratore pubblico, di uomo impegnato nelle istituzioni e nella politica”. Il governatore ha quindi detto di aver sempre “operato nell'interesse pubblico.

Ha fatto quindi un accenno alla vicenda di piazza Bilotti, “abbiamo avuto l'interesse a che le opere si completassero perché dovevamo rendicontare all'Unione europea, per cui ritardarne la realizzazione avrebbe comportato il pericolo di perdere risorse. Appena arrivato alla Regione, mi sono preoccupato di rendicontare all'Unione europea, naturalmente sulla base del presupposto della regolare esecuzione delle opere".

Invece per quanto riguarda l'impianto sciistico di Lorica, Oliverio ha affermato che “intanto il bando non è stato fatto nella mia esperienza amministrativa ma sarebbe stato “fatto da un Comune, e le opere complementari sono state finanziate dalla Regione in un programma generale di 1700 opere oggetto di finanziamento affinché' non andassero in malora. Ho agito esclusivamente nell'interesse pubblico, come ho sempre fatto nella mia condotta. Sono tranquillo, so - ha sostenuto il governatore - di aver agito sempre, anche in questa circostanza nell'interesse collettivo, non ho mai utilizzato un euro di risorse pubbliche per agire contro l'interesse collettivo”.

E parlando delle diverse funzioni della pa, il presidente ha detto che la sua è la “responsabilità del governo della Regione”, un tipo che tuttavia “è volta esclusivamente pubblico: lo sottolineo con forza, perché' non accetto - ha ribadito - lo ripeto ancora una volta, che possano essere infangate o offuscate la mia vita, la mia storia di amministratore pubblico, di uomo impegnato nelle istituzioni e nella politica”.

Ha quindi parlato della criminalità organizzata, dicendo che il contrasto è sempre stato uno dei “motivi fondamentali del mio impegno politico e istituzionale”. E durante l’interrogatorio di garanzia Oliverio ha chiarito che “tutti gli atti assunti sotto la mia amministrazione sono volti all'interesse pubblico”, dal momento che un'opera che Oliverio ha trovato appaltata “con quel tipo di gara, il project, non poteva andare in malora, e anzi, successivamente, grazie all'amministrazione straordinaria che si è sostituita all'impresa, quando l'impresa è stata colpita da interdittiva antimafia, ed è stata nominata dalla stessa Procura, e grazie alla collaborazione con gli amministratori straordinari e con l'ente appaltante, il Comune di Pedace, si è portata a compimento l'opera. E l'opera c'è, ed è lì”.

Ha fatto quindi una precisazione dicendo che “gli stati di avanzamento non competono al presidente della Regione, perché' ci sono organi tecnici, comunque ritengo che l'opera sia stata realizzata e con l'amministratore straordinario nominato dalla Procura si è fatto un grande lavoro per completare questo investimento. E' importante andare alla sostanza, ma anche sulla forma - ha concluso il governatore - il presidente della Regione è molto ligio e scrupoloso al rispetto della legalità: lo dico senza ombra di essere smentito".

Ha rassicurato di non aver fatto alcun “abuso d'ufficio. Non c'è nemmeno un abuso d'ufficio, che tra l'altro - ha aggiunto Oliverio - come reato contestato è molto diffuso e non perché ci siano chissà quali responsabilità di amministratori: a volte si incorre facilmente per dover assumere responsabilità, ma stavolta nemmeno questo c'è. Sono fiducioso perché - ha sostenuto il presidente della Regione - la mia posizione in questa vicenda è chiarissima, è adamantina: non ci possono essere nemmeno interpretazioni. Quando le cose sono chiare, quando c'è la luce del sole, non ci sono ombre, e quando non ci sono ombre non c'è niente da interpretare o da valutare”. Deciderà invece dopo il riesame se terminare lo sciopero della fame.

(ultimo aggiornamento 19:23)

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