Ra.gi.Onlus, prosegue il progetto “Soli mai più”

Catanzaro Attualità

“PoliValiamo e Soli… mai più” sono diventati in questa estate un punto di riferimento per tanti ragazzi e bambini e di conseguenza una tranquillità per numerose famiglie. Prosegue con più incidenza in questo periodo estivo l’attività con i giovani del quartiere Lido, portata avanti dall’équipe di strada della Ra.Gi. onlus che sta gestendo per conto del Comune di Catanzaro (assessorato alle Politiche sociali) il progetto “Soli … Mai Più, stilato ai sensi dell’art.61, comma 18, legge 6 agosto 2008, n. 133, per il potenziamento della sicurezza urbana e la tutela dell’ordine pubblico e finanziato dal Ministero dell’Interno. Un’attività divenuta più cospicua in un quartiere molto ampio e di certo non abituato ad attenzioni “umane e relazionali” e che oltre ai giovani sta coinvolgendo gli anziani incontrati per strada ma anche nelle chiese, famiglie e tanti disabili. Come sempre le parole chiave di tale cammino sono ascolto e dialogo. La partecipazione e la curiosità delle persone ha permesso alle operatrici della Ra.Gi. di creare momenti di ascolto e di confronto proprio sulla strada. “Non è usuale per le persone essere fermate per la strada con un sorriso o una stretta di mano e iniziare un dialogo aperto e senza espedienti– afferma il presidente della Ra.Gi. Elena Sodano-. La gente è diffidente e prevenuta. Pensano che dietro ogni azione ci sia sempre un inganno, il più gettonato è la richiesta di un’offerta di denaro. Ma l’innovazione di questo progetto che si sta rivelando con maggiore chiarezza nel quartiere di Lido è stata proprio quella di rompere i muri della incomunicabilità tra la gente. E’ una sfida difficile che si può vincere solo attraverso la relazione umana. E’ così emozionante creare un gruppo in maniera estemporanea, lì, sulla strada tra persone che nemmeno si conoscono. Sentirli parlare, ascoltarli mentre esperienze di vita vissuta si accomunano.

E allora ci si accorge che quando ci salutiamo non siamo più degli estranei ma persone che anche per poco tempo hanno condiviso qualcosa della loro vita, hanno avuto qualcosa da dire perché qualcuno li ha ascoltato. Ecco la magia di questo progetto. E solo così si ha la percezione di come la sicurezza urbana molto spesso dipende da quale anima calpesta la strada”. “ Anche se in estate i ragazzi ci possono sembrare distratti”, affermano le operatrici della Ra.Gi, “ci siamo accorte che i ragazzi sfruttano al meglio l’estate per dedicarsi alle proprie passioni. Non è tempo perso, sprecato, ma ore impiegate a coltivare qualcosa in cui si riconoscono davvero. È veramente emozionante”, proseguono le educatrici, “trovarsi di fronte a dei giovanissimi sognatori pieni di coraggio, di tenacia e di energia. Una visione che sicuramente è in contrasto con quella che tende ad etichettare i giovani come apatici”. Sono davvero tanti gli hobbies dei giovani incontrati. Interessi che la Ra.Gi. ha cercato di non far disperdere mettendo a disposizione i locali del Cag PoliValiamo sito in via Fares quartiere a centro sud della città dove i ragazzi che vengono da ogni parte della città si danno appuntamento ogni venerdì ed ogni martedì e che insieme ai più piccoli del quartiere si cimentano su diverse attività sportive, culturali e artistiche. Tanti sono anche i giovani ‘turisti’incontrati sul lungomare, figli di emigrati che ritornano a Catanzaro per trascorrere le ferie. “Anche con loro la facilità di approccio è alquanto discreta”, spiegano le educatrici della Ra.Gi, “in genere sono incuriositi da un’attività così innovativa e sono aperti al dialogo. Parlando con loro si riesce a capire come le problematiche del mondo giovanile siano universali”, proseguono le operatrici di strada, “la distanza e l’incomunicabilità col mondo degli adulti sono fattori che annullano le distanze geografiche. Mentre altri fattori dipendono maggiormente dal contesto socio-culturale in cui i ragazzi vivono. Per esempio”, continuano le educatrici, “ nelle grandi città del nord la gente è molto diffidente verso i giovani, che vengono visti quasi sempre come ‘sbandati’ di cui bisogna diffidare. Anche lì, come ci raccontano i ragazzi incontrati, mancano i luoghi dove ritrovarsi se si escludono le palestre e i locali. Anche lì mancano gli spazi dove coltivare le proprie passioni, le attività alternative che permettono ai giovani di esprimersi”.