Adiconsum su taglio treni in Calabria
Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Romolo Piscioneri presidente di Adiconsum Calabria sul taglio dei treni.
"Si investe poco e non si realizzano le infrastrutture essenziali per riportare il sud, collocato nel cuore del mediterraneo, ad una nuova centralità, indispensabile per una ripresa economica dell’intero paese. Il mezzogiorno, oltre le chiacchiere, non risulta destinatario di un appropriato piano di investimenti, per migliorare il trasporto ferroviario, mantenendo quell’odioso dualismo che contribuisce ad alimentare l’intensità degli squilibri.
Dualismo e forte differenza per: qualità della rete, decadente su tutta la tratta ionica, inadeguata sul versante tirrenico; qualità del materiale rotabile, da rottamare quello adibito al trasporto regionale in convenzione, superato, trascurato e comunque non in linea con gli standard di qualità, quello utilizzato per i collegamenti a lunga percorrenza; chilometri coperti, tempi e puntualità di percorrenza; insufficiente numero dei treni, veloci e non, che collegano la tratta centro/sud, rapportato al numero che viaggia centro/nord; efficienza, manutenzione e pulizia dei convogli.
C’è un sistema alterato che ostacola la mobilità delle persone e non ascolta le esigenze delle diverse comunità che entrano o vengono coinvolti in processi di frantumazione di diritti. Non siamo sicuri che in regime di monopolio si possa organizzare e offrire all’utenza un servizio consono alle esigenze di mobilità e rispondente equamente al fattore qualità/prezzo.
Non possiamo tacere il disagio dei calabresi che per spostarsi utilizzano i mezzi di Trenitalia. Il problema si pone, per gli spostamenti regionali a breve o media percorrenza, come per quelli fuori regione a lunga percorrenza, nord /sud. Conosciamo benissimo le cause ed abbiamo imparato a nostre spese che gli impegni politici annunciati hanno prodotto poco, anche quando le condizioni economiche del paese erano più favorevoli di quelli attuali.
Questa tragicità finanziaria non può arrestare quelle timide iniziative di miglioramento dell’intera rete dei trasporti regionali. Troviamo soluzioni senza demagogie, pianifichiamo cose realizzabili, vie d’uscita, cose che si possono fare senza aspettare tempi biblici. Trenitalia e RfI, devono, con estrema chiarezza dire se il sud è una zavorra o rappresenta ancora una risorsa da considerare nelle strategie di impegno di spesa per mantenere un collegamento nord/sud al passo con i tempi.
Non c’è stata la giusta determinazione per innovare e proporre all’utente un servizio di trasporto ferroviario migliore di quello già esistente. La lezione di questi giorni, riservata ai viaggiatori del sud, dimostra quanta sensibilità e considerazione c’è per le esigenze di milioni di cittadini. Mancano spiegazioni adeguate sul sostanziale fallimento delle politiche di trasporto nel mezzogiorno, quando esce dal piano strategico e non si realizza il collegamento ad alta velocità, Napoli - Reggio Calabria.
Un risanamento di rete ferroviaria irrealizzato con conseguente taglio di treni a lunga percorrenza e treni notte adatti a coprire le lunghe distanze. Una doppia penalizzazione che smonta tutti i buoni propositi e predispone per una crescente indignazione tra la gente che incomincia a chiedere conto e invoca dimissioni per conclamate responsabilità di chi è stato artefice di questo declino che aggredisce e sgretola i diritti base della società meridionale.