Idv, Ferraggina su taglio province

Crotone Politica
Giuseppe Ferraggina

“Come tutti sapranno ormai si paventa la chiusura di 42 province italiane e tra queste vi sarebbe anche la nostra. Provincia per la quale venti anni fa si mobilitò un intero territorio e benché tanti non saranno d’accordo, portò nelle nostre “mura domestiche” una serie infinita di vantaggi ed ho sentito la necessità di scrivere queste poche righe. - Comunica una nota del Commissario Cittadino Idv, Giuseppe Ferraggina - L’altro ieri dopo aver partecipato alla manifestazione contro la chiusura della Provincia che dal palazzo di via M. Nicoletta si è poi spostata fin sotto la Prefettura, dove alcuni sindaci hanno consegnato la fascia tricolore, mi sono recato in un noto bar del centro cittadino per trovare refrigerio visti i 40° della giornata. Con il titolare del bar, il mio grande amico Piero, stavamo parlando delle conseguenze infauste che porterebbe la chiusura della provincia quando ad un certo punto un avventore dietro di me si propone con fare veemente: ”Fanno bene se la chiudono, così se ne vanno a casa tutti questi ladri!!” Con nostro grande stupore questo “signore” aveva in un istante sentenziato sulle sorti del nostro territorio solo perché secondo lui nel “palazzo” ci sono tanti fannulloni, e soprattutto perché oramai sono sempre di più i cittadini che, proprio come lui, sono stanchi di una politica misera di contenuti e di progetti veri per questa terra.

Il nostro caro amico avventore però consumato il suo caffè scappò via borbottando senza darmi la possibilità di replicare al suo pensiero. Una replica infatti io avrei voluto farla,e la farò per iscritto. - Continua Ferraggina - “Caro signore, ammesso che come dice lei nel “palazzo” ci siano solo fannulloni (ma ci tengo a precisare che non è assolutamente così) il problema non si fermerà di certo li. Si darà inizio ad uno smantellamento selvaggio dei servizi al cittadino, sono decine gli uffici e le articolazioni della pubblica amministrazione a rischio chiusura: Prefettura, Questura, Azienda Sanitaria Provinciale, Comandi provinciali dei Carabinieri, della Guardia di finanza, del Corpo forestale, dei Vigili del fuoco, Direzione provinciale del Tesoro, Ragioneria dello Stato, Agenzia delle entrate, Agenzia delle dogane, Agenzia del territorio, Direzione provinciale del lavoro, Camera di commercio, sezione locale di Confindustria, sedi provinciali dell’Inps e dell’Inail,Aci, Ufficio scolastico, Ufficio provinciale delle Poste italiane, Motorizzazione civile. I presidi territoriali delle forze dell’ordine saranno soppressi e riorganizzati sulla base dei nuovi confini provinciali, allargando inevitabilmente le maglie di quella rete di sicurezza a protezione dei cittadini che soltanto la presenza costante dei tutori della legge può assicurare. In un territorio ad alta densità mafiosa, già condizionato da un martirio quotidiano di estorsioni, attentati e intimidazioni (solo pochi giorni fa l’amico Luciano è stato ridotto in fin di vita), lo Stato decide dunque di arretrare, ripiegando su posizioni di retroguardia che renderanno la vita più facile alla criminalità organizzata. Una scelta tra le altre cose molto singolare da parte del governo centrale, in quanto sarei proprio curioso di sapere quanti “miliardi di euro” si andranno a risparmiare chiudendo questi piccoli baluardi dello stato dislocati su tutto il territorio nazionale e lasciando al contrario vivere le grandi province di città metropolitane? (altra cosa sarebbe invece, in termini di risparmio, la soppressione di tutte le province).

E quand’anche questo risparmio vi fosse realmente non possiamo fermarci ad una mera considerazione ragionieristica, se questa provincia è viva ed esiste è perché questo territorio ne ha bisogno per un variegato paniere di motivi sociali. Nonostante però, il rischio impellente che il nostro territorio sta correndo, sembra non esserci nell’opinione pubblica una vera e propria consapevolezza delle conseguenze che l’abolizione della Provincia potrebbe scatenare. Si preferisce, invece, assecondare apaticamente quel sentimento di anti-politica che ormai da tempo pervade le menti dei nostri poco informati (ahinoi) concittadini. Atteggiamento che potrebbe sembrare, apparentemente di rivolta, di chi non ce la fa più a sopportare i soprusi di questa politica, ma in realtà è proprio questo atteggiamento di disinteresse e disinformazione che alimenta questo terribile circolo vizioso. Atteggiamento che non possiamo accettare supinamente. I cittadini, dovrebbero far sentire la propria voce, quantomeno per affermare che non ci stanno a fare sempre e comunque da vittime sacrificali. I cittadini di un territorio sono la politica stessa di quella terra. - Conclude la nota - Ecco perché proprio da quel bar del centro città da dove passano centinaia di cittadini comuni che hanno la facoltà di farsi sentire ed uniti anche di riuscire a cambiare le cose, io ed il mio amico Piero lanciamo un accorato appello a tutte le forze sane della città in modo tale che ci aiutino a contrastare l’apatia e la rassegnazione che sembra caratterizzare questo cruciale passaggio, affinché chi è chiamato a trasformare in legge questo nefando progetto avverta lo sdegno e l’opposizione di un luogo , anzi di una Provincia, orgogliosa che non ci sta a questi strani giochi di potere”.

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