Stasi: bisogna abolire tutte le province, altrimenti non toccarne nessuna
"E' iniquo, ingiusto e solo un provvedimento di facciata quello che si affaccia ad emanare il governo nelle prossime settimane. - Comunica una nota della vicepresidente Antonella Stasi - 110 sono le Province in Italia e abolirle e di colpo con un'accetta solo una piccola parte, si prefigura come un'operazione di facciata e non di sostanza rispetto ad un lavoro serio che potrebbe essere portato avanti per ridisegnare l'assetto delle istituzioni locali, con un lavoro razionale e definitivo.
In queste ore i tecnici stanno studiando, non l'enorme rivoluzione inizialmente promessa da Monti, ma un semplice e netto taglio, così come proposto dall'Unione delle Province italiane (Upi) che sembra tanto l'ultimo tentativo di evitare l'estinzione, sacrificando alla fine una manciata di piccole province senza comportare nessun vantaggio.
Con l'eventuale soppressione delle piccole province, senza una riforma sostanziale, il rischio è che col passare del tempo si conteranno più costi che risparmi. Ci saranno anni di caos amministrativo che faranno aumentare il disagio e le penalizzazioni a livello economico, sociale e occupazionale di questi territori, creando ulteriore incertezze. - Conclude Stasi - Sarebbe auspicabile che le province "a rischio" facciano sinergia, si riuniscano per fare massa critica, per discutere e promuovere, contro un provvedimento assurdo, una riforma organica e condivisa, un riordino democratico, funzionale, sostenibile delle funzioni di governo dei territori e delle comunità; un lavoro molto più completo e concreto. Invece così risulta come al solito una montagna che rischia di partorire un topolino."