Confartigianato: senza aeroporto e senza provincia si decreta la morte di Crotone

Crotone Attualità

"Ieri nella sede di Confartigianato Imprese Crotone si è tenuta una riunione tra imprenditori e dirigenti in merito ai due recentissimi argomenti che tengono banco e che sono strategici per il futuro del nostro territorio: le ventilate chiusure di Provincia e aeroporto. - Comunica una nota stampa - Da questa discussione è nato un documento condiviso da tutti i partecipanti che ci permettiamo sottoporre all’attenzione di tutti.

Sulla già più volte dibattuta problematica dell’aeroporto di Sant’Anna che da anni ormai ha un futuro sempre più incerto, tutti hanno condiviso la tesi che è una struttura strategica per un territorio che a quanto pare (anche se i fatti non reggono tale ipotesi) dovrebbe vivere di turismo per la fortunata eredità che ci ha dato la natura, soprattutto per i seguenti motivi: 1) è l’unica infrastruttura che consente a quei pochi turisti che ci scelgono come meta per le vacanze di raggiungerci in tempi brevi 2) è indispensabile per mantenere i contati con il resto dell’Italia e del mondo per un serio sviluppo culturale ed economico 3) è concretamente fucina di un indotto lavorativo ed economico indiretto per tantissime strutture(hotel-villaggi-autonoleggi-fornitori dello stesso aeroporto- turisti in giro per il nostro territorio).

E’ pur vero che mancano le altre infrastrutture utili ad uno sviluppo serio e coerente del nostro territorio (ferrovie – porto – autostrade), ma rinunciare anche all’aeroporto sarebbe una vera iattura. - Continua la nota - La soluzione che Confartigianato che ha già da tempo espresso e vuole con grande forza ribadire soprattutto in questo delicatissimo momento è che il Sant’Anna deve entrare nel circuito di “un'unica società pubblica di gestione regionale per la valorizzazione delle grandi potenzialità di tutti gli scali Calabresi” con a capo logicamente Lamezia ma con la presenza istituzionale locale negli organismi amministrativi.

Auspichiamo che tutti superino quelle vecchie logiche campanilistiche che in questi anni di grandi decisioni e cambiamenti potrebbero dimostrarci quanto piccoli sono i nostri amministratori ai vari i livelli che ancora non hanno contezza che viviamo in un mondo globalizzato dove soprattutto per le imprese si vive di macro numeri per poter sopravvivere.

Il secondo punto dibattuto è sicuramente ancora più importante per tutti noi: la paventata chiusura della Provincia.

Concordiamo in pieno con il Consigliere Provinciale Salvatore Lucà, nonché nostro segretario, che ieri ha lanciato l’idea di abolire tutti gli emolumenti riservati agli eletti nelle mini province, stipendi, gettoni di presenza e quant'altro per Presidenti di Consiglio e Giunta, Assessori e Consiglieri Provinciali. Si ritorni a quella politica di puro volontariato come nei piccoli comuni, ma non possiamo perdere l'identità, la nostra storia e i più importanti baluardi istituzionali conquistati con anni di lotta.

Speriamo che questa proposta venga colta o almeno diventi l’inizio di una seria e approfondita discussione generale, anche per non dare adito a chi di dovere di accampare scuse fuorvianti. Reputiamo la Provincia e le sue articolazioni territoriali un serio e concreto presidio di democrazia, indispensabile per la tutela dei diritti dei cittadini.

E poi cosa sarebbe di un territorio come il nostro “malato conclamato di criminalità”, senza Prefettura, senza Questura, senza comandi Provinciali di Polizia e Carabinieri insomma quei presidi della legalità che fino ad ora con grande impegno e lavoro hanno attenuato una situazione a limite della sopportazione. Non possiamo spostare indietro, con molta superficialità, le lancette della nostra travagliata storia contemporanea.

Affrontare il problema dei costi della politica in questi termini così semplicistici, l’abolizione tout court delle mini province, è un modo poco razionale di procedere. Si potrebbe, senza che nessuno possa subire danni, dimezzare per esempio il numero dei consiglieri regionali eletti e ottenere risparmi più importanti e concreti, non di facciata. - Conclude la nota - La Proposta che la Confartigianato unanimemente lancia è quella di lasciare tranquillamente in vita anche le mini province, supportando convintamente l’idea di Lucà che probabilmente qualcuno impropriamente ha sottovalutato, ma che può servire a mettere nelle condizioni ideali Monti & Co. a non avere scuse per prendere decisioni che decisamente decreteranno la morte socio economica di Crotone e del suo interland. Se poi si decidesse per un nuovo ordinamento statale generale con l’abolizione di tutte le province, il discorso sarebbe diverso…"

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