Consiglieri regionali Vibo e Crotone: pagina nera
"Condividiamo in toto la mobilitazione contro la cancellazione di alcuni tribunali in Calabria che rappresenta, di per se', una sottovalutazione grave da parte del Governo verso le peculiarità di alcune aree del Mezzogiorno. Chiediamo, però, che nella seduta del Consiglio regionale straordinario convocato per lunedi', sia messa all'ordine del giorno anche la vicenda, altrettanto grave per le ripercussioni immediate, in termini di azzeramento di servizi utili per i cittadini e dei molteplici disagi sociali che si avranno per le popolazioni interessate, della soppressione delle Province calabresi". E' quanto chiedono al presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, i dieci consiglieri regionali eletti nelle province di Crotone e di Vibo (Dattolo, Sulla, Pacenza, Pugliano, De Masi, Censore, Salerno, Grillo, Bruni e Stillitani). "Recentemente, è stata inoltrata al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti una formale sollecitazione da parte dei capigruppo di maggioranza e di opposizione del Consiglio regionale - aggiungono i consiglieri dell'area crotonese e vibonese - affinchè la Giunta regionale utilizzasse l'autorevolezza di cui dispone per contrastare un provvedimento che, in considerazione delle specificita' e delle critiche condizioni socio-economiche delle realtà crotonese e vibonese, finirebbe per pregiudicarne potenzialita' di sviluppo, nonche' la conservazione di presidi istituzionali e democratici irrinunciabili".
"Adesso, considerato che la situazione per quanto riguarda la soppressione delle Province volge al peggio, siamo dell'avviso che, accanto alla mobilitazione sociale delle popolazioni coinvolte dalla scelta iniqua del Governo, occorra una convinta e compatta reazione istituzionale e politica. La Calabria a nostro avviso - concludono - non puo' subire questo assurdo taglio lineare assolutamente ingiustificato, ne' puo' essere considerata una regione alla pari delle altre su cui si possa incidere con tagli indiscriminati senza badare alle conseguenze che ne scaturiscono, quasi come se la presenza della criminalita' o la storica emergenza sociale non condizionassero la stessa qualita' della democrazia regionale. Occorre che la politica, le Istituzioni, i parlamentari, i soggetti pubblici e privati che comprendono bene i rischi che si corrono attraverso soppressioni frutto di calcoli freddi e poco incidenti nella crisi economica, non tralascino alcunche', anzi si adoperino con determinazione, per impedire che ai danni di una regione gia' svantaggiata, si scriva un'altra pagina nera. Una pagina nera che, mentre elimina avamposti della democrazia in zone obiettivamente difficili, rischia, indirettamente, di dare spazio ad altri poteri e ad altre logiche nefaste".