Spending review: Pacenza, subito consiglio autonomie
“Se quello che interesserà le Province italiane sarà un riordino e non più un taglio matematico perpetrato attraverso soppressioni e accorpamenti degli Enti intermedi minori, ora più che mai, ribadisco la necessità in Calabria di formalizzare per settembre il Consiglio delle autonomie locali così come fra l’altro previsto anche dallo Statuto della Regione”. È l’invito lanciato dal presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza (PdL), al presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico dopo che la commissione Bilancio al Senato ha approvato un emendamento bipartisan (PdL-Pd) al decreto “spending review” che, di fatto, assegna alle Regioni il ruolo di riordino delle Province attraverso il Consiglio delle autonomie locali (Cal).
“Già lo scorso 6 luglio a mezzo stampa – scrive ancora l’onorevole Pacenza –, all’indomani cioè dell’approvazione del decreto spending review da parte del governo; così come il seguente 17 luglio nel corso dell’intervento da me pronunciato durante il consiglio regionale straordinario sulle Province; ebbi modo di sottolineare l’importanza che questo organismo avrebbe ricoperto per ogni Regione nella delicata riforma strutturale del Paese. È stato proprio in considerazione di ciò che mi sono subito rivolto al presidente Talarico per sollecitare la formalizzazione di questo organo che, sebbene istituito con legge regionale del 5 gennaio 2007 n.1, ad oggi, non è stato mai convocato. La Regione Lazio, ad esempio, ha già comunicato che in settembre convocherà il Consiglio delle autonomie locali per valutare gli effetti del decreto sul riordino delle Province. Qui in Calabria, invece, ancora nulla è stato ancora preannunciato e non vorrei che questo ritardo producesse danni ai territori interessati da eventuali accorpamenti.
Dalla mia – prosegue l’on. Pacenza – continuo a sottolineare che il Cal è l’organismo più democratico ed equanime per ridisegnare le circoscrizioni provinciali della Calabria. Del resto, è lo Statuto della Regione ad indicare tale organo collegiale come quello rappresentativo degli Enti locali, in quanto chiamato a intervenire nei processi decisionali della Regione attraverso i principi di consultazione e cooperazione permanente. In proposito, ricordo che i componenti del Cal previsti sono in tutto 35. Si tratta dei presidenti delle Province; dei sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia; di 9 sindaci di Comuni non capoluogo con popolazione non inferiore a 5.000 abitanti; di 3 sindaci di piccoli comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti; di 2 sindaci il cui comune fa parte di una Unione di Comuni; di 3 sindaci di comuni montani; di 3 sindaci di comuni di minoranza linguistica; di 2 presidenti di consigli comunali; di 3 presidenti di Comunità montane.
In pratica, sono in esso rappresentate tutte quelle tipologie di Enti territoriali che compongono l’intelaiatura istituzionale della Calabria. Discutere del riordino delle Province all’interno del Cal, quindi, significa porgere a chi amministra l’opportunità di scegliere, in maniera civile e democratica, il futuro migliore per la Calabria. Anche alla luce di quanto previsto all’articolo 10 del cosiddetto decreto spending review – conclude l’onorevole Pacenza – che pare offra dei margini per salvare quei presidi tecnico-burocratici e di sicurezza (Prefetture, Questura, Comandi provinciali, Camera di commercio ecc…) in quei territori come Crotone dove, oltre ad una comprovata crisi economico-produttiva, si registrato alti indici di presenza della criminalità organizzata”.