Alla fondazione Betania il convegno “Nutriamoci di vita”
A causa delle numerose richieste di poter assistere al convegno “Nutriamoci di vita” pervenute da persone lontane dalle professioni sanitarie, l’Associazione Ra.Gi, rende noto che per la sola giornata del 27 ottobre l’ingresso alla giornata di studi “Pe(n)so Sono: modelli a confronto e nuove risorse terapeutiche per un trattamento multimodale dei Disturbi del Comportamento Alimentare” è gratuita per gli uditori (genitori, insegnanti, volontari, care giver, studenti e ragazzi) che non avessero bisogno dei crediti formativi.
Il 27 ottobre dalle 9 presso Fondazione Betania Onlus partirà infatti la Campagna “Nutriamoci di Vita” prevenzione e informazione sui Disturbi del Comportamento alimentare con una giornata di studio interamente dedicata alla discussione dal un punto di vista psichiatrico, psicoterapeutico, sociale ed applicativo di interventi specifici su patologie come anoressia e bulimia si cui ancora poco se ne parla e di conseguenza c’è poca informazione.
Una giornata che al di là delle professioni sanitarie si rivelerà utilissima anche per i genitori che sono spesso da soli ad affrontare un problema spesso confuso con dei meri capricci adolescenziali. Per meglio affrontare ed approfondire queste tematiche intanto è nata una collaborazione tra la Ra.Gi. Onlus e l’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus Centro per la prevenzione e la clinica dei disordini del comportamento alimentare in età pediatrica di Milano e nel corso della giornata di giorno 29 verrà presentato il libro “SFamami” edito da Bruno Mondadori scritto da Pamela Pace (presidente della Pollicino) e Aurora Mastroleo psicologa e psicoterapeuta dell’Associazione milanese. “ Sfamani - spiega Elena Sodano presidente della Ra.Gi. - non è il solito testo sull’anoressia ma un libro che si rivolge ai genitori e a chi si occupa di famiglie e di bambini con un’intenzione dichiaratamente non colpevolizzante né pedagogica. Le scrittrici a partire dalla loro esperienza professionale intendono avviare un dibattito virtuale attorno a ciò che dell’anoressia ancora non viene divulgato.
Attraverso esemplificazioni cliniche e un linguaggio semplice, il testo sollecita l’attenzione del lettore sulla possibilità e l’efficacia di una prevenzione precoce. Ed è per questo che sarò felicissima di presentare il libro giorno 29 e promuovere in testo nelle tante scuole dove faremo visita”. “ Il presupposto da cui partiamo spiegano le autrici è che: il bambino può manifestare il suo malessere anche attraverso disturbi alimentari che hanno più l’aspetto di capricci o bizzarrie del modo in cui il bambino tratta il cibo.
Spesso sono quadri transitori, a cui va comunque prestata la giusta attenzione. Si tratta pur sempre di messaggi che qualcosa non va, che la rabbia, la gelosia, la paura, il dubbio inquietano il bambino. In questi disagi ciò che accade è che il bambino prova a sostituire il pianto, le parole con il cibo, rifiutandolo o divorandolo. È una forma di comunicazione, di protesta rivolta ad un Altro, perché questi possa ascoltare e capire che qualcosa non va. Le considerazioni attorno alla famiglia contemporanea indebolita cioè “vulnerabile e “sola” a attorno all’etica e all’estetica della contemporaneità, unitamente alla lettura approfondita dell’atto nutritivo letto come prima forma di comunicazione, cioè espressione del tipo di relazione affettiva del bambino con la famiglia, sono le tematiche attraverso cui le autrici introducono una lettura psicopatologica chiara delle differenti forme di disordine del comportamento alimentare ma anche di ciò che il primo incontro con il cibo innesta nel rapporto tra madre e figlio”.