Disturbi alimentari: ultima giornata a Catanzaro con “Quasi Perfetti….”

Catanzaro Attualità

Un immenso bacio da parte di 531 ragazzi catanzaresi che portava un solo nome: Giulia Tavilla morta a Genova il 15 marzo del 2011 a soli 17 anni perché la sua bulimia e la sua sofferenza è stata messa in lista d'attesa, perché a Genova e in Italia non ci sono posti dove curare - in tempi umani - chi ha una dipendenza diversa dalla droga. Al nome di Giulia si possono aggiungere quelli di centinaia di ragazze anoressiche e/o bulimiche che faranno parte di una casistica che sta raggiungendo picchi in continua ascesa. Ma c’è chi non ci sta. Stefano Tavilla papà di Giulia ha deciso di metterci la faccia, di superare vergogne e pregiudizi, per raccontare non solo la verità di una figlia morta per l’indifferenza politica e istituzionale, ma anche per dare uno scossone di vita ai tanti ragazzi incontrati in giro per l’Italia.

Proprio per questo “Quasi Perfetti….” l’ultima giornata di “Nutriamoci di Vita” la campagna di formazione ed informazione sui disturbi alimentari pensata dalla Ra.Gi onlus e coorganizzata con Fondazione Calabria Etica, ente in house della Regione Calabria, con la collaborazione dell’assessorato comunale alla Pubblica Istruzione, è stata una giornata all’insegna dell’emozione e della condivisione. Vicino a Tavilla, presidente dell’Associazione nazionale “Mi Nutro di Vita”, anche Ilaria Caprioglio ex modella delle passerelle della Milano che conta che è passata dalla sofferenza dell’anoressia prima a quella della bulimia dopo. Sul palco anche Elena Sodano, presidente della Ra.Gi, la giornalista Sonia Libico, che ha moderato gli interventi e Pasqualino Ruberto, presidente di Calabria Etica.

La Sodano ha spiegato le ragioni che hanno portato alla creazione della campagna “Nutriamoci di Vita”, nata proprio a seguito dell’ esperienza della Ra.Gi accanto ai ragazzi in progetti scolastici che hanno fatto comprendere come molti studenti hanno una preoccupazione eccessiva per il loro aspetto fisico. I ragazzi che, smarriti e in cerca di una loro dimensione, diventano facile preda di freddi stereotipi e modelli fittizi a cui troppo spesso si attaccano rischiando anche la vita. Il messaggio che si è voluto lanciare loro è quello di uscire dal tunnel dell’omologazione e valorizzare sempre di più la propria essenza, il proprio modo di essere e di stare al mondo, quelle risorse e quelle capacità reali che devono contrapporsi a qualsiasi modello artefatto suggerito dai media. Tutti principi questi che celebrano la vita e il futuro e dissentono fortemente da quelli che sembrano esaltare la morte e il buio dei Dca.

Un percorso, quello dei disturbi alimentari, troppo spesso sottostimato, ma che in molti casi conduce alla morte. La testimonianza di Tavilla ha voluto sottolineare, infatti, proprio la scarsità di strutture a cui fare riferimento in questi casi e la mancanza di una presa di coscienza del problema a livello politico. Unico appiglio in un panorama del genere è allora la prevenzione, è per questo che l’associazione “Mi nutro di Vita”, di cui fa parte anche Ilaria Caprioglio e Maria Francesca Garritano si impegna a promuovere progetti ed iniziative di prevenzione dei Dca, attraverso il contatto diretto con i ragazzi nelle scuole e l’attivazione di modalità di ascolto e dialogo on line. “Forte motivo di speranza per noi”, ha affermato Tavilla, “è il fatto che proprio in Calabria, regione tristemente nota per altre ragioni, abbiamo trovato così tanta motivazione e partecipazione nella lotta ai Dca.

Non è mai capitato che in una regione si organizzassero tre giorni per parlare di queste gravi patologie che producono tra gli adolescenti più vittime di ogni altra causa e non mi è mai capitato di vedere così tanti ragazzi interessati a questo argomento”. A tal proposito la Sodano ha ringraziato la sensibilità dimostrata dai professori e dai presidi. Molto diretta anche la testimonianza della Caprioglio, che ha evidenziato come il mondo dorato della moda sia un vortice di luci ed ombre, fatto anche di solitudine e vuoto. Il suo periodo anoressico è partito da una frase: “Sfili bene ma senza quel filino sui fianchi sfilerai ancora meglio”. E a quell’età si sa che si fa di tutto pur di stare nel mondo glitterato dell’alta moda che porta una ragazza a girare il mondo stando sotto la luce importante dei riflettori. Ma era una trappola…una trappola che senza la sua forza di vivere poteva essere mortale”.

Una testimonianza che si è tradotta in una lezione di vita sulla quale occorre continuare a seminare perché il pericolo subdolo è incontrollabile. Ricco di energia anche l’intervento di Ruberto che si è lasciato trasportare dall’euforia dei tanti ragazzi presenti e il quale ha voluto evidenziare come “l’attenzione di Calabria Etica è rivolta verso progetti validi che possono migliorare la vita dei cittadini, mediante l’ascolto e la vicinanza. Bisogna che le istituzioni inizino a lavorare in questo senso”, ha continuato Ruberto. “Sposiamo perfettamente la logica di intervento della Ra.Gi, con la quale abbiamo anche stipulato un protocollo d’intesa, con l’auspicio che ‘Nutriamoci di Vita’ sia solo l’inizio di un lungo e fattivo percorso insieme”.

Molto intensa la partecipazione dei ragazzi all’incontro e la sensibilità al problema da parte dei docenti che ha portato alla realizzazione di lavori creativi, come quello illustrato da Alice Scalamandrè, allieva della scuola media Todaro-Lampasi. Sul palco sono saliti anche gli allievi della scuola media Pascoli, che hanno rivolto delle domande agli ospiti Ilaria e Stefano. Sono intervenuti anche la psicologa Amalia Dodaro di Cosenza, la biologa e nutrizionista della Ra.Gi. Assunta Ranieri. Le artiste Rosanna Castagna, Annarita Aprile e Yvonne Leone, invece, hanno dato vita ad una suggestiva estemporanea sul tema dei Dca.