Spari Palazzo Chigi: procura, Preiti ha agito per uccidere
Secondo la procura di Roma Luigi Preiti, l'uomo, detenuto nel carcere di Rebibbia, che domenica mattina ha ferito i carabinieri in servizio davanti Palazzo Chigi, avrebbe "agito per uccidere" compiendo "atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionarne la morte (dei carabinieri, ndr), non riuscendo nell'intento per cause indipendenti dalla sua volontà". Lo scrivono il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola nella richiesta di convalida dell'arresto inviata questa mattina al gip. Intanto, Luigi Preiti, da domenica recluso nel carcere romano di Rebibbia, ha nominato un difensore di fiducia, l'avvocato Raimondo Paparatti di Rosarno, in sostituzione dell'avvocato d'ufficio, Mauro Danielli.
La procura di Roma ha trasmesso questa mattina la richiesta di convalida dell'arresto di Luigi Preiti. La richiesta della procura è stata assegnata al gip del tribunale di Roma Bernadette Nicotra. Tra oggi e domani dovrebbe tenersi l'interrogatorio di garanzia davanti allo stesso gip. Le accuse contestate dalla procura sono di triplice tentato omicidio, ricettazione, porto e detenzione illegale di arma e munizioni, con l'aggravante della premeditazione e dell'aver agito contro pubblici ufficiali in servizio di ordine pubblico.
È stato fissato per domani mattina, primo maggio, alle dieci nel carcere romano di Rebibbia l'interrogatorio di garanzia di Luigi Preiti detenuto da domenica per aver sparato a tre carabinieri che si trovavano in servizio davanti a palazzo Chigi. Il gip Bernadette Nicotra ha ricevuto questa mattina la richiesta di convalida dell'arresto di Preiti da parte della procura ed ha fissato l'interrogatorio al quale saranno presenti oltre al difensore, l'avvocato Mauro Danielli, anche il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola.
Nella richiesta di convalida dell'arresto inviata al gip dalla procura di Roma a Preiti si contesta di aver "con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso esploso sette colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata ad altezza d'uomo, attingendo al collo il brigadiere Giuseppe Giangrande e alla gamba l'appuntato Francesco Negri, mentre tentava di sottrarsi al fuoco dietro un riparo, e al giubbotto operativo di tela il vicebrigadiere Murrighile Delio Marco che lo stava affrontando" compiendo "atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionarne la morte, non riuscendo nell'intento per cause indipendenti dalla sua volontà". Tra i provvedimenti richiesti dalla procura anche la convalida del sequestro della pistola di Luigi Preiti, una calibro 7,65, una cartina della capitale e la punta di un trapano che custodiva nella borsa. (AGI)