‘Ndrangheta: caso Lo Giudice, pool magistrati per le indagini
Sarà un intero "pool" di magistrati, coordinati dal procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e dal suo aggiunto, Giuseppe Borrelli, a seguire la nuova inchiesta avviata dall'Ufficio catanzarese di cui è protagonista il boss Antonino Lo Giudice, scomparso il 5 giugno dalla località protetta dove era ai domiciliari, e che ha affidato ad un memoriale la sua volontà di ritrattare le dichiarazioni che aveva rilasciato nel corso della sua collaborazione con la giustizia. Con il suo scritto fatto recapitare a due avvocati di Reggio Calabria, l'ex pentito ha scatenato un vero e proprio terremoto avendo affermato che la sua collaborazione sarebbe stata dovuta a pressioni subite da parte di alcuni magistrati in servizio nella città dello Stretto.
Collaborazione che, a sua volta, aveva dato input anche ad ulteriori attività giudiziarie, tra le quali il procedimento a carico dello stesso boss, nonché del fratello di quest'ultimo, Luciano Lo Giudice, e poi anche di Antonio Cortese, ritenuto l'armiere della cosca Lo Giudice, e Vincenzo Puntorieri, legato a Cortese, imputati a seguito degli attentati di due anni fa contro i magistrati in servizio alla Procura di Reggio Calabria. Fu proprio Nino Lo Giudice ad assumendosi la responsabilità della decisione di dare il via alla stagione delle intimidazioni a Reggio, facendo poi i nomi degli altri tre quali complici esecutori degli attentati.
E, mentre per questi ultimi il processo di primo grado è ancora in corso, per Antonino Lo Giudice proprio ieri la Corte d'appello di Catanzaro ha confermato la condanna di primo grado, a sei anni e quattro mesi di reclusione, emessa il 5 ottobre del 2012 dal giudice dell'udienza preliminare del capoluogo calabrese, al termine del giudizio abbreviato nell'ambito del quale egli ha potuto godere, oltre che dello sconto di pena per la scelta del rito, anche dell'applicazione della disciplina relativa ai collaboratori di giustizia. Su tutto quanto accaduto in seguito, adesso, la Procura di Catanzaro - competente per tutti i procedimenti che riguardino a qualsiasi titolo i magistrati in servizio a Reggio Calabria - è impegnata a far luce con l'attività investigativa avviata e che procede già a ritmo serrato. (AGI)