‘Ndrangheta: fra arrestati due coinvolti in inchiesta su bombe

Reggio Calabria Cronaca

Due dei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare eseguiti questa mattina, a carico di esponenti del clan Lo Giudice, la scorsa settimane erano rimasti coinvolti nelle indagini sugli attentati alla Procura generale di Reggio Calabria, all'abitazione del Procuratore Generale Salvatore Di Landro e nel rinvenimento del bazooka collocato nei pressi del centro direzionale della città per intimidire il procuratore Giuseppe Pignatone. Si tratta di Luciano Lo Giudice (chiamato in correo dal fratello Antonino, boss pentito) e di Antonio Cortese, raggiunti, venerdì scorso, in carcere, dal provvedimento restrittivo in relazione ai fatti avvenuti il 3 gennaio del 2010, il 26 agosto dello scorso anno e dell'ottobre successivo. Tra gli arrestati di questa mattina figurano anche due fratelli di Cortese: Pasquale e Paolo Sesto. L'operazione della Squadra Mobile della questura, coordinata dalla DDA, che ha colpito altri dodici esponenti della 'ndrangheta Lo Giudice, mette in evidenzia la presenza di nuove leve della consorteria. "Ci sono alcuni arrestati e fermati - dice il procuratore Giuseppe Pignatone - che sono molto giovani. D'altra parte la famiglia Lo Giudice e' numerosa, sedici fratelli, naturalmente, non tutti responsabili di reato. Però laddove abbiamo individuato responsabilità specifiche, in particolare detenzione di armi, una rapina e l'intestazione fittizia di beni, abbiamo chiesto al gip l'emissione di provvedimenti cautelari".

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