Capo Colonna: le associazioni Gettini di Vitalba e Sette Soli replicano al MiBACT
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Linda Monte, dell’associazione culturale Gettini di Vitalba, e di Margherita Corrado, di Sette Soli, impegnate per la difesa dell'area archeologica di Capo Colonna, alla risposta del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,giunta ieri 20 aprile:
“Com’è noto, le associazioni culturali gettini di vitalba e Sette Soli, costituite a Crotone e regolarmente registrate, avendo a cuore la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale, hanno tempestivamente segnalato al MiBACT, fin da settembre 2014, le incongruenze della progettazione dell’APQ denominato SPA 2.4 “Ampliamento delle conoscenze della realtà archeologica di Capocolonna e messa in sicurezza delle strutture archeologiche riportate in luce” e poi le gravi criticità riscontrate nella sua esecuzione.
Parte della corrispondenza intercorsa con questo Ministero ha avuto ad oggetto, a partire dalla ns. missiva del 21.2.2015, un aspetto solo apparentemente secondario della scabrosa vicenda: l’immotivata chiusura del settore del parco archeologico coincidente con il cuore del santuario magno-greco di Hera Lacinia, protratta dal 13 gennaio al 13 marzo 2015, settore dove NON sono previste dal progetto in corso e MAI sono state svolte lavorazioni di sorta.
L’area è accessibile esclusivamente:
1) dal parcheggio esterno, seguendo il viale (aperto ogni giorno dal personale di custodia alle ore 8:00 e chiuso un’ora prima del tramonto) che conduce all’ingresso ricavato in antico nelle mura proto-augustee dell’abitato romano, sovrapposto alla strada sacra ellenica, oppure
2) da quella che il vs. documento odierno prot. 5159, a firma della dott.ssa E. Andronico per conto del Soprintendente dott. F. Di Gennaro ma redatto, teste la sigla a margine (AMG), dalla direttrice del parco di Capo Colonna, definisce “l’uscita secondaria, lato casa Sculco”, sbarrata - prosegue il documento - “in quanto facente parte dell’area di cantiere afferente la zona delle terme”.
Ebbene, leggere che “l’ingresso principale è sempre stato aperto” salvo nei giorni di chiusura dell’intero parco (12-13 marzo 2015) è un’offesa all’intelligenza delle scriventi e di tutta la cittadinanza crotonese, testimone e vittima del provvedimento arbitrario che oggi si nega. L’intera popolazione - si stimano circa 60.000 residenti - è infatti testimone, a dispetto delle affermazioni della Direzione del parco, che a partire dall’avvio dei lavori di cementificazione del piazzale antistante la chiesa di Capo Colonna (12.1.2015), o meglio dall’occupazione del cantiere avvenuta il giorno seguente, il cancello dell’ingresso principale è rimasto sbarrato. A nessuno, per ben due mesi, indigeno o turista di passaggio che fosse, è stato consentito di raggiungere il settore del santuario di Hera Lacinia dov’è sita la colonna superstite del tempio classico, emblema dell’intera Calabria magno greca, benché, ripetiamo, fosse possibile isolarlo proprio grazie alla “uscita secondaria, lato casa Sculco” dal settore del parco dove invece si concentrano l’abitato romano e i lavori in corso di esecuzione.
L’incremento progressivo del numero dei turisti che visitano il parco, alla spicciolata, anche nei mesi invernali e l’imminente stagione delle gite scolastiche alimentavano, nelle Associazioni, una preoccupazione che si è tradotta in ripetute segnalazioni al MiBACT e che la stampa locale ha rilanciato in più occasioni, deplorando a sua volta la cosa e sposando la ns. tesi che si configurasse la fattispecie di un’interruzione di pubblico servizio.
Nel pomeriggio di venerdì 13 marzo, complice, con ogni evidenza - a pensar male si fa peccato, diceva un senatore della Repubblica, ma ci si azzecca - la vs. nota prot. 1468 del 12.3.2015 indirizzata anche alla Soprintendenza calabrese, il cancello principale è stato finalmente riaperto, e l’accesso al santuario ripristinato, salvo essere nuovamente interdetto nei giorni 8-10 aprile, alla ripresa dei lavori di cementificazione sopra ricordati, con la giustificazione segnalata mediante un laconico messaggio scritto a mano sul retro di una guantiera per dolci fissata alla grata con dello spago, come dimostra eloquentemente la fotografia in calce.
Cosa ci dice l‘uso di questo medium quantomeno insolito? Potrebbe far supporre che le disposizioni in merito date dalla Direzione al personale, anche quando, come nel caso di specie, non siano generate da imprevisti ma richieste da attività programmate con largo anticipo, e bisognevoli perciò di solidi riscontri documentali, siano state impartite verbalmente, senza che ne restasse traccia scritta.
Se ciò risponda a verità o meno sta a Voi accertare, ricavandone le valutazioni del caso.
Ciò premesso, a nome e per conto delle due associazioni rappresentate dalle scriventi e dei Crotonesi in genere,
RESPINGIAMO | con sdegno il vs. documento prot. 5159 del 20.4.2015, perché palesemente menzognero;
CHIEDIAMO | le scuse ufficiali di questo Ministero alla cittadinanza e agli ’sfortunati’ turisti della passata stagione invernale per i disagi ad essi procurati immotivatamente;
SPERIAMO | che da qui in poi, presa coscienza che non da sudditi provengono le istanze in questione, ma da cittadini-utenti in possesso di specifici diritti e dotati di senso dello Stato, l’Amministrazione voglia finalmente adottare comportamenti consoni al ruolo istituzionale e al prestigio che le è proprio.”