Un altro sequestro beni a Teodoro Crea, presunto “boss” di Rizziconi
La Polizia di Stato, nella mattinata di oggi, ha eseguito un ulteriore sequestro di beni a carico di Teodoro Crea, ritenuto dagli inquirenti il “capo indiscusso” dell’omonima cosca di ‘ndrangheta che è attiva nel territorio di Rizziconi, nel reggino. Il provvedimento di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale riguarda dei terreni e un fabbricato per un valore complessivo che si aggira intorno ai 300 mila euro.
Nell’ambito dell’operazione “feudo”, il 21 maggio scorso, sempre la polizia aveva già eseguito un sequestro di beni da 6 milioni di euro, considerati riconducibili sempre alla cosca Crea, e composti da diversi terreni e fabbricati, società, conti correnti e titoli dell’Agea.
Teodoro Crea, 76 anni, che per gli investigatori è “il capo storico della famiglia”, è stato inoltre coinvolto nel giugno 2014 in un blitz della mobile reggina che portò all’arresto di 16 persone, tra gli indagati vi furono anche tre consiglieri comunali di Rizziconi. Le accuse mosse allora dalla Dda, andavano, a vario titolo, dall’associazione mafiosa, all’estorsione, all’intestazione fittizia di beni e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
12:00 | IL PROVVEDIMENTO di sequestro eseguito oggi trae origine da una complessa e attività investigativa di tipo patrimoniale che è stata svolta dalla Divisione Anticrimine: obiettivo era quello di accertare l’effettiva appartenenza dei beni posseduti al di là della loro formale intestazione. Secondo la tesi degli investigatori Crea avrebbe reimpiegato i capitali, frutto di presunte attività illecite, acquistando terreni il cui valore sarebbe sproporzionato rispetto alla capacità reddituale ed intestandoli (probabilmente per eludere la normativa antimafia) ai propri familiari.
La Sezione Misure di Prevenzione del tribunale, accogliendo le risultanze delle indagini patrimoniali, ha disposto dunque il sequestro di quattro terreni e di un fabbricato che si trovano nel comune di Rizziconi, formalmente intestati a Francesco Barone, genero di Teodoro Crea, ma che per gli inquirenti sarebbero “di fatto nella diretta disponibilità” del presunto boss mafioso.