Cosca Crea, sequestrati i beni della famiglia di Girolamo Cutrì

Reggio Calabria Cronaca

Nella mattinata di ieri la Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della cosca di ‘ndrangheta dei “Crea”, operante nella piana di Gioia Tauro, attraverso l’aggressione ai patrimoni illeciti nella disponibilità dei suoi principali esponenti.


Dopo una complessa attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica (Ufficio Misure di Prevenzione) di Reggio Calabria ed eseguita dalla Divisione Anticrimine, è stata data esecuzione a un decreto di sequestro beni nei confronti di Girolamo Cutrì, 60 anni di Rizziconi, attualmente detenuto e ritenuto esponente di spicco della cosca che opera nel comune di Rizziconi ed in quelli limitrofi della piana di Gioia Tauro.

Cutrì era stato arrestato nel maggio 2014 dalla Squadra Mobile che aveva eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del capoluogo nell’ambito delloperazione “Deus”, coordinata dalla Dda, a carico di 16 persone considerate esponenti del clan e accusati di di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffa alla Comunità Europea.

In particolare, le indagini avrebbero evidenziato l’assoluta egemonia della cosca “Crea”, che sul territorio - sostengono gli inquirenti - avrebbe esercitato una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rizziconi.

Le indagini patrimoniali dimostrerebbero che gli indagati, in virtù della loro presunta appartenenza al clan mafioso, sarebbero riusciti, con il profitto derivante dalla gestione delle attività illecite e avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, ad accumulare un ingente capitale che apparirebbe sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Il denaro sarebbe stato reinvestito nell’acquisto di terreni, società e beni immobili, intestati ai propri familiari o a soggetti terzi probabilmente per eludere la normativa antimafia.

Il Tribunale di Reggio Calabria , accogliendo le risultanze investigative, ha disposto il sequestro dei beni riconducibili a Girolamo Cutrì, e cioè: due appezzamenti di terreno di vaste dimensioni nel comune di Rizziconi (RC), intestati alla moglie; un appartamento sempre a Rizziconi ed abitazione del nucleo familiare; l'impresa individuale di "Vincenzo Cutrì" figlio di Girolamo, con sede a Rizziconi e che si occupa di coltivazione di frutti oleosi; l'impresa individuale di Alessandra Cutrì, 25 anni, figlia di Girolamo, con sede a Rizziconi esercente l’attività di coltivazione di frutti oleosi; conti correnti e libretti di deposito.

L’operazione segue l’interevento che la Polizia di Stato realizzò nell'agro di Rizziconi nel gennaio decorso e che portò alla cattura di due superlatitanti, Giuseppe Crea, capo dell’omonima cosca, e Giuseppe Ferraro, ricercati da oltre 20 anni. Il valore dei beni sequestrati ammonta complessivamente a circa 1 milione di euro.