‘Ndrangheta: nuovo attacco ai Clan Crea e Bellocco, sequestrati beni per 1,7 mln
Con due distinti provvedimenti, la Polizia di Stato ha eseguito un sequestro beni per 200 mila euro nei confronti del Clan Crea, operante nella piana di Gioia Tauro, e un’ulteriore confisca di circa 1,5 milioni ai danni del clan Bellocco di Rosarno.
In particolare, nella mattinata di lunedì scorso, gli agenti hanno messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della cosca di ‘ndrangheta dei Crea attraverso l’aggressione ai patrimoni ritenuti illeciti e nella disponibilità dei suoi principali esponenti.
Questa mattina, al termine di una complessa attività investigativa diretta dall'Ufficio Misure di Prevenzione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ed eseguita dal personale della Divisione di Polizia Anticrimine, è stato eseguito un decreto di sequestro nei confronti di Girolamo Cutrì, 61enne di Rizziconi attualmente detenuto, considerato come un esponente di spicco della cosca attiva a Rizziconi e nella Piana di Gioia Tauro.
Cutrì era stato arrestato dalla Squadra Mobile nel maggio 2014 in esecuzione di una ordinanza di custodia in carcere emessa dal Gip del capoluogo nell’ambito dell’operazione “Deus”, coordinata dalla Dda, e che aveva colpito 16 esponenti della cosca, accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffa alla Comunità Europea.
In particolare, l’attività investigativa aveva evidenziato l’assoluta egemonia dei Crea, esercitata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle attività criminali tradizionali che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rizziconi.
Le indagini patrimoniali dimostrerebbero che i soggetti coinvolti, in virtù della loro presunta appartenenza al clan mafioso, sarebbero riusciti, con il profitto derivante dalla gestione delle attività illecite e avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo, ad accumulare un ingente capitale, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, reinvestito nell’acquisto di terreni, società e beni immobili, intestati ai propri familiari o a terzi per eludere la normativa antimafia0
Il Tribunale di Reggio Calabria accogliendo le risultanze investigative della Polizia Anticrimine, ad integrazione di un primo Decreto emesso il 20 giugno 2016, con cui era stato disposto il sequestro di due appezzamenti di terreno, un appartamento e due imprese individuali riconducibili a Girolamo Cutrì, con il provvedimento di oggi ha sequestrato altri due terreni di vaste dimensioni, del valore complessivo di 200 mila euro.
I SIGILLI AI BENI DEI BELLOCCO
Un altro attacco agli interessi criminali è quello messo a segno invece a carico della cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco, operante a Rosarno e nella Piana ma con ramificazioni nell’Italia settentrionale, in particolare in Emilia Romagna ed in Lombardia.
L’Anticrimine della Questura di Reggio Calabria ha eseguito infatti, con la collaborazione dell’omologo Ufficio della Questura di Mantova, una confisca di beni, emessa dal Tribunale del capoluogo dello Stretto, nei confronti di Carlo Antonio Longo, 53 anni, nato a Galatro ed attualmente detenuto, considerato come esponente della potente cosca dei Bellocco.
Longo era stato arrestato nel maggio 2012 dalla Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione “Tramonto”, frutto di un lavoro congiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio, della Procura della Repubblica di Palmi e della Procura Federale Svizzera, a carico di 23 esponenti della cosca, ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, estorsioni connesse ai lavori di ammodernamento della A3.
L’operazione “Tramonto”, oltre a confermare la pervasività della cosca Bellocco nei settori tradizionali delle armi, della droga e delle estorsioni, avrebbe fatto luce sugli investimenti del clan nel nord Italia, culminati nell’assunzione del controllo di una importante realtà imprenditoriale dell’hinterland milanese, con varie sedi secondarie, titolare di importanti commesse da parte di prestigiosi operatori del settore dei servizi televisivi e telefonici (tra cui Sky Italia, Vodafone, Wind, R.T.I.).
Il Tribunale, accogliendo i risultati delle indagini patrimoniali, ha disposto la confisca di una lussuosa villa a Monzambano, in provincia di Mantova, con annesso un appezzamento di terreno, nella disponibilità di Longo e del valore complessivo di 1,5 milioni.