Sanità: Oliverio (Pd), no a declassamento ospedale Crotone

Crotone Salute

"Salvare il reparto di neuropsichiatria infantile dell'ospedale di Crotone ed annullare il declassamento di neonatologia con il previsto azzeramento della terapia intensiva neonatale". E' quanto chiede il parlamentare del Partito Democratico Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, in una interrogazione, a risposta scritta, al ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Nell'ottica di risanamento della svanita calabrese prevista dal commissario e presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti - scrive Oliverio - un duro colpo viene dato alla sanità crotonese, dove all'ospedale civile, strutture complesse come quelle di geriatria, gastroenterologia, malattie infettive, diabetologia, audiologia e strutture semplici come quelle di microcitemia ed angiologia sono state azzerate mentre i reparti di oncologia e nefrologia sono stati declassati da strutture complesse a strutture semplici; a questa situazione, gia' di per sé drammatica, si e' aggiunta la scomparsa dall'ospedale civile di Crotone del reparto di neuropsichiatria infantile e del declassamento della neonatologia con azzeramento della terapia intensiva neonatale. In definitiva - sottolinea l'esponente de Pd - all'ospedale civile di Crotone vi e' stata la chiusura di 7 strutture complesse, il venir meno di 2 strutture semplici e il declassamento a strutture semplici di 3 strutture complesse e, tutto ciò, a fronte dell'istituzione di tre nuove specialità, urologia, neurologia ed emodinamica che non e' ancora del tutto chiaro se saranno attivate presso strutture pubbliche o private dell'Asp di Crotone; in questa ristrutturazione della sanità crotonese il punto centrale e' sicuramente quella che riguarda i reparti di neonatologia e di neuropsichiatria; lo scorso anno all'ospedale civile di Crotone si sono registra ti 1.450 parti, per un tasso di natalità che e' il più alto della Calabria al 10,1 per mille residenti, e da sette anni a Crotone c'e' un trend positivo di circa 50 nascite in più all'anno; i nati del 2009 nei presidi ospedalieri sono 1850 a Cosenza, 1680 a Catanzaro, 1096 a Reggo Calabria, 990 a Lamezia Terme". "Nell'ospedale di Crotone presso l'unita' operativa - prosegue Oliverio - e' attiva l'unica banca del latte umano donato della Calabria e vengono ricoverati i lattanti effetti da patologie respiratorie gravi (bronchiolite da Vrs, ed altre) o da cardiopatie scompensate e nascono in media centotrenta pretermine, oltre la meta' dei quali necessita di terapia intensiva, dove,tra l'altro, vengono ricoverati i cardiopatici, gli asfittici e i lattanti affetti da grave distress respiratorio. La soppressione della terapia intensiva neonatale nell'ospedale di Crotone,dopo oltre trenta anni di attività, porterebbe all'esodo dei prematuri nelle T.I.N. viciniori di Catanzaro (da cui paradossalmente vengono trasferiti presso la T.I.N. di Crotone circa 10 prematuri all'anno nonché le gestanti con gravidanze a rischio di parto pretermine), di Cosenza e Reggio Calabria. Tutto ciò recherebbe gravi disagi alle famiglie sia economici che sociali considerate le condizioni orografiche e di viabilità della regione Calabria". Il deputato Oliverio, quindi, considerato che "la terapia intensiva neonatale dell'ospedale di Crotone e' l'unica nella fascia jonica da Trebisacce a Crotone e, al suo interno, e' attivo un servizio di Cardiologia Neonatale per bambini cardiopatici o operati al cuore che vengono seguiti anche in collegamento col Policlinico di San Donato Milanese ed il Bambino Gesù' di Roma; che l'azzeramento del reparto di neuropsichiatria infantile, l'unica struttura complessa di questa specialità in Calabria, pone in discussione la possibilità di poter continuare a ricevere cure adeguate ai circa 8.000 giovani pazienti che attualmente sono in cura presso questo reparto; che gli interventi previsti nel Piano, e specificatamente richiamati, incidono negativamente sull'insieme del territorio crotonese, dell'offerta sanitaria e della garanzia dei livelli essenziali della programmazione sanitaria regionale, vincolo riconosciuto dalla Conferenza Stato - Regioni, che se il ministro "sia a conoscenza della situazione e se non ritenga opportuno dover intervenire per garantire il livello essenziale di assistenza, per tutelare il diritto a nascere e il diritto alla salute, cosi' come sancito dall'articolo 32 della Costituzione; e se non ritenga, alla luce di quanto denunciato e considerato che il Piano di rientro del debito sanitario della Calabria e' tuttora in fase istruttoria,assumere adeguate ed urgenti iniziative".

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