Sel Crotone. Solidarietà ai lavoratori Eta di Cutro
Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa di Franco Barretta, Coordinatore provinciale Sel
“Solidarietà e vicinanza ai lavoratori crotonesi in trincea su tetti e ciminiere, l’invito alla politica è quello di riportare la centralità dell’uomo e l’etica d’impresa come premesse ineludibili per costruire le dinamiche del lavoro e i nuovi modelli di sviluppo del territorio”. La segreteria provinciale del Sel richiama al senso di responsabilità e alla partecipazione, rispetto ai temi dell’occupazione e del rilancio economico-produttivo del Crotonese, Provincia e Regione. “Ci chiediamo – prosegue la nota della segreteria provinciale - come la politica del centrodestra possa fronteggiare l’emergenza Lavoro attraverso il solo paracadute costituito dagli ammortizzatori sociali. Interventi tampone che, questi amministratori pubblici, hanno pure il coraggio di chiamare politiche attive! Per noi di Sel si tratta, più verosimilmente, di politiche di parcheggio per i lavoratori che non offrono nessuna prospettiva di reimpiego per gli stessi. Denunciamo all’opinione pubblica con forza e convinzione che Provincia e Regione, da ormai due anni, attraverso i loro esecutivi, non sono state in grado di formulare proposte, o quantomeno ipotesi di sviluppo per un territorio che, per la certezza fornita dai numeri, è agli ultimi posti in Italia per indici di produttività, ricchezza e occupazione. Crotone è fanalino di coda per tasso d’occupazione: la percentuale è del 36,9% a fronte del 56,9% registrato dalla media nazionale. Di contro, è questa la prima realtà del Paese per la piaga costituita dal cosiddetto “lavoro irregolare” che, col suo 25,4% (calcolato in 12.300 lavoratori), è la più alta percentuale di illegalità diffusa presente nel Paese. Il tasso di disoccupazione è in crescita al 12,9% (a fronte di una media nazionale dell’8,4%). Le persone iscritte alle liste di collocamento in provincia di Crotone sono 6.400 (rispetto al totale della forza lavoro che è di 49.900 individui). Il monte ore di cassa integrazione guadagni nel 2010 è aumento del 46,8%; registrando un preoccupante ricorso all’integrazione ordinaria (aumentata del 155,7%) e un’erogazione del +25% della Cig straordinaria. Il valore aggiunto della provincia (la differenza cioè tra il valore della produzione e i costi sostenuti per l’acquisizione di materiali e servizi) si è contratto dell’8%. È crollato dell’1% anche il Pil procapite ammontante ad appena 14.096,52 euro per abitante. Questi numeri sono cristallizzati in ‘Polos’, il rapporto sull’andamento socio-economico stilato annualmente dalla Camera di commercio. L’esempio più lampante di questa politica avventizia perpetrata dal centrodestra ai danni del Lavoro è che le erogazioni di Cig e mobilità in deroga si rinnovano con sempre più dilatata cadenza in favore dei lavoratori. Come dire, il fondo del pozzo è vicino perché esso è stato quasi prosciugato. Le famiglie che devono far quadrare il loro bilancio contando su questi sussidi trovano sempre maggiore difficoltà nello sbarcare il lunario a fine mese. Corollario di questa fotografia è il fatto che, Crotone, è diventata la provincia dei tetti che scottano! Tutto ciò la dice lunga su come la logica del profitto e del mercato stia velocemente uccidendo il diritto al lavoro, a scapito di chi contribuisce a produrre il capitale: la forza lavoro. Ci troviamo davanti ad avvoltoi che pensano solo agli utili e poco al benessere collettivo. Si specula su aiuti e incentivi alla creazione d’impresa forniti da parte dello Stato e della Comunità europea, snaturando la ragione per cui erano stati creati. Siamo davanti ad imprenditori che non vogliono sentir parlare del rischio di impresa, ma che preferiscono restare attaccati alla canna del gas costituita dai fondi pubblici. A Crotone che la vertenza si chiami Eta-Marcegaglia, Biomasse Italia, Abramo customer care, Sasol, ex Obbiettivo lavoro, Gres 2000,Cellulosa 2000 ecc.., la dinamica è sempre la stessa: mordi e fuggi! La strana congiuntura che accomuna tutte queste vertenze è che gli imprenditori disertano i tavoli di crisi, dileggiano e sminuiscono il ruolo dei sindacati nel trattative. Del resto, viene da domandarsi come è possibile scardinare questo sistema quando ai vertici dell’Amministrazione regionale si palesano conflitti d’interesse così macroscopici come quello in atto nel settore della Sanità! Qui vanno spezzate e subito certe catene, certe logiche oscurantiste che tengono imprigionate Crotone e la Calabria. L’invito ai lavoratori è quello di fare massa critica e radunarsi attorno alle forze politiche che hanno braccia e gambe per tutelare i loro interessi”.
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