Fli Reggio su vicenda agrumi di Rosarno
"La vicenda del succo delle arance di Rosarno, che la Coca Cola sembra non volere più rilevare evitando di rinnovare il relativo contratto, denota principalmente, ancora una volta, l'assenza di una politica seria che si possa contrapporre all'assoluto dilettantismo politico-istituzionale esistente, che viene subìto soprattutto da quella parte di comunità calabrese che ancora si sforza a voler essere produttiva,come nel caso specifico gli imprenditori agrumari di Rosarno. - Comunica una nota di Franco Romeo, coordinatore provinciale Fli - Tali impresari agricoli ,specie negli ultimi anni e soprattutto dopo la cosiddetta "rivolta degli immigrati" di 2 anni fa, non stanno ricevendo da parte delle istituzioni e soprattutto della Regione alcuna concreta e necessaria assistenza politica, tranne che le inutili ed occasionali solidarietà di circostanza in momenti di difficoltà particolari, quali quelli odierni. L’istituzione regionale più di ogni altra avrebbe dovuto tutelare questi imprenditori e questa economia che è, malgrado tutto, uno dei pochi esempi di produzione e di collocazione sui mercati nazionali ed internazionali di prodotti calabresi.
Sicuramente, mediante interventi determinanti, avrebbe dovuto aiutare realmente i comuni pianeggianti a poter ospitare in modo dignitoso i lavoratori stagionali,contribuendo ad evitare, forse, anche l’attuale e strumentale presa di posizione della Coca Cola e dall'altra parte avrebbe dovuto proteggere concretamente questo settore rosarnese, effettuando, ad esempio, gli adempimenti e le pressioni politiche necessarie presso l’Unione Europea, affinché la qualità di questo succo pregiato di arancia rosarnese venisse gratificato della Denominazione d’Origine Protetta(DOP). L’assessore regionale al ramo dovrebbe, inoltre, assumere con decisione la guida di questa vertenza, andando a sentire direttamente le ragioni della multinazionale e aprendo un tavolo di concertazione tra le parti in cui gli imprenditori, tutelati dalla regione, potrebbero, tra le altre cose, far presente ai vertici italiani della grande impresa di Atlanta, che per poter offrire agli immigrati salari più dignitosi è necessario che gli acquirenti e quindi la stessa Coca Cola aumentino il prezzo di acquisto del prodotto che oggi viene pagato in modo miserevole pur essendo di qualità, secondo quanto affermato anche dalla stessa azienda nel recente comunicato."