Coldiretti: l’agricoltura e l’agroalimentare calabrese, hanno perso negli anni 4mila posti di lavoro
“Accogliamo con interesse le ultime dichiarazioni del direttore Generale degli affari pubblici per l’Europa di Coca-Cola Co. Salvatore Gebola riferite all’impegno della multinazionale in Calabria – afferma Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – ma agitare lo spettro della perdita di posti di lavoro da parte della multinazionale, appare fuori luogo anche perché, l’agricoltura e l’agroalimentare della piana di Rosarno-Gioia Tauro hanno, in questi anni, subito una emorragia occupazionale tra diretta e indotto stimabile in quattromila posti di lavoro circa, per non dire della catena di sfruttamento alimentata anche dal gigante delle bibite che ha causato tensioni sociali e una non equa remunerazione all’interno della filiera. I patti e gli impegni presi con il Ministro dell’agricoltura ed anche con le Istituzioni regionali vanno mantenuti –prosegue – e per questo rinnoviamo l’invito alla coca-cola a venire in Calabria nostri ospiti, perché una volta per tutte si possa delineare un percorso che permetta di avere il riconoscimento giusto reddito per le imprese agricole che tanti benefici può portare all’economia del territorio.
La nostra posizione dopotutto è nota da due anni– prosegue Molinaro – i costi di produzione non sono comprimibili e la qualità ha ulteriori costi”. Esistono però spazi significativi per una equa redistribuzione del valore all’interno della filiera, e l’approvvigionamento può essere ottimizzato se ci si assicura che ai produttori agricoli vengano corrisposti per le arance almeno 15 centesimi di euro al chilo, per permettere la copertura dei costi e la giusta remunerazione del lavoro. Per una aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro, agli agricoltori - sottolinea - vengono riconosciuti oggi solo 3 centesimi per le arance contenute mentre basterebbe pagarle qualche centesimo in più ed aumentare di alcuni punti percentuali oltre il 12 per cento il succo di agrumi nelle bibite per rendere più sostenibile la produzione per gli agricoltori ed i consumatori. Questi i fatti - chiosa Molinaro - scritti e provati e dopotutto mai smentiti.