Rabbia a Rossano dopo la bocciatura del referendum sulla geografia giudiziaria
Tanta la delusione negli abitanti della città di Rossano, oltre al disappunto manifestato dagli avvocati e dalle diverse autorità locali, subito dopo aver appreso la notizia della bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, del referendum sulla nuova geografia giudiziaria. Tutti, compreso i 9 consigli regionali (Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Abruzzo, Marche, Liguria, Friuli, Piemonte) promotori dell’iniziativa, si aspettavano l’attuazione del referendum, quale forma di democrazia, per permettere a tutti i cittadini di esprimere la loro preferenza sulle scelte del Governo.
I nove Consigli regionali, comunque, sono pronti a ricorrere alla Corte di giustizia europea anche perché questa riforma mette in discussione il diritto del cittadino. A Rossano, dopo tante proteste in piazza ed incontri nelle sedi romane, si registra un certo malcontento nei cittadini che, ancora una volta, si vedono negati i propri diritti.
La chiusura dello storico Palazzo di Giustizia, dopo 151 anni (1862-2013), e l’accorpamento al tribunale di Castrovillari, dal 13 settembre scorso, non è stata cosa gradita agli avvocati e agli abitanti dell’intera fascia jonica cosentina, i quali, di giorno in giorno, sono costretti a percorrere diversi chilometri di strada in macchina, visto e considerato che non esistono collegamenti ferroviari e autobus giornalieri, per raggiungere la città del Pollino. Disagi e costi che, come al solito, ricadono sui cittadini.
La soppressione del tribunale bizantino, operante in un territorio difficile e con dati allarmanti, ha fatto registrare un passo indietro dello Stato per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata in cui i cittadini si sentono abbandonati dalle Istituzioni. In tanti, ancora oggi, si augurano che via sia un passo indietro del Governo, in riferimento al decreto legislativo per quanto riguarda la riforma giudiziaria in Italia, affinché il Palazzo di Giustizia di Rossano possa essere riaperto per continuare a garantire la legalità e la sicurezza nell’intera Sibaritide.