‘Ndrangheta: Gip, avvocato agiva in modo “spregiudicato”
Avrebbe fatto ascoltare ad un soggetto legato alla criminalità le proprie telefonate sia con un giudice all'epoca in servizio al Tribunale di Vibo Valentia e sia con l'ex vice capo della Squadra Mobile di Vibo, Emanuele Rodonò. C'è anche questo nell'ordinanza del gip distrettuale Abigail Mellace che ha portato in carcere l'avvocato vibonese Antonio Galati e lo stesso Rodonò.
In particolare, l'avvocato trovandosi in auto con un soggetto legato alla criminalità di Maierato, nel Vibonese, ed indagato dalla Dda, avrebbe chiamato al telefono in viva-voce un giudice all'epoca in servizio al Tribunale di Vibo Valentia intrattenendo una "conversazione privata caratterizzata dall'uso di termini confidenziali", mentre in precedenza lo stesso avvocato avrebbe fatto ascoltare allo stesso soggetto di Maierato che si trovava in sua compagnia, altro colloquio privato al telefono con il funzionario di polizia Emanuele Rodonò.
In tal modo, secondo il gip, gli indagati di turno sarebbero stati indotti dall'avvocato Galati a "credere di avere la possibilità di accedere, tramite la sua persona, a un canale assolutamente preferenziale che all'occorrenza poteva essere abilmente sfruttato per ottenere trattamenti giudiziari di riguardo o per pervenire a decisioni favorevoli o assolutorie". (AGI)