Calcio: fallimento Fc, nuova Us Catanzaro presenta esposto
Una relazione-denuncia alla Procura Federale ed un'istanza di ricusazione dei giudici che si sono già pronunciati in merito alle richieste di pagamento di tre ex giocatori dell'Fc Catanzaro, società calcistica fallita nel febbraio 2011, in vista della nuova udienza per altri calciatori. Prosegue così, sul piano "sportivo", la battaglia della nuova società alla guida del Catanzaro calcio, presieduta da Giuseppe Cosentino, contro le esose domande di pagamento di crediti da lavoro derivanti da contratti integrativi stipulati con l'Fc nel corso del campionato 2009-2010 e non corrisposti all'epoca della chiusura del sodalizio. E prosegue, anche in sede penale, l'inchiesta legata a quel fallimento nella quale tredici ex calciatori sono attualmente indagati per tentata truffa e formazione di credito simulato proprio perché, secondo gli inquirenti, le loro richieste di ulteriori pagamenti sarebbero basate su "contratti integrativi fraudolentemente stipulati e simulati", quando l'Fc già versava in una situazione economica disastrosa.
Il legale della società di Cosentino ha presentato un dettagliato resoconto di quanto avvenuto in sede di giustizia sportiva alla Procura federale, ed inoltre ha chiesto di ricusare i giudici che già si sono pronunciati sulle posizioni di Corapi, Ciano e Bruno e soprattutto sull'istanza di sospensione del giudizio, e di avere un nuovo collegio in vista della prossima udienza, già fissata per il 12 ottobre per decidere delle richieste di ulteriori pagamenti di altri cinque giocatori pure indagati a Catanzaro. Inizierà infine il 13 dicembre prossimo l'udienza preliminare per quattro persone, tra cui tre amministratori e un procuratore speciale della vecchia Fc Catanzaro, per i quali la Procura catanzarese ha già chiesto il rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta a seguito del fallimento della società per avere secondo l'accusa "stipulato nel maggio 2010 nuovi contratti con allenatore e giocatori che la società non avrebbe potuto e dovuto permettersi, tanto che ne avrebbero poi causato il dissesto finanziario che portò al fallimento".