Nuove trivellazioni nello Ionio: l’allarme degli ambientalisti
La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) e NoScorie Trisaia rendono noto di aver appreso che in questi giorni la Shell sta incontrando, a porte chiuse e con incontri segreti presso gli enti territoriali e regionali, nelle more dei pareri della VIA nazionale, i sindaci dell’arco Jonico lucano e calabrese con l’intento di persuaderli e convincerli favorevolmente alle nuove attività ricerca di idrocarburi nel Mar Jonio, propedeutiche alle trivellazioni.
Alla luce di questo la Ola e NoScorie Trisaia – nel denunciare nuovamente all’opinione pubblica questo ennesimo tentativo di imporre le trivelle lungo tutta la costa e nel Mar Jonio – Golfo di Taranto, chiede ai sindaci lucani e calabresi di esprimere una decisa opposizione alle richieste della Shell che minacciano gli ecosistemi e le specie marine protette, utilizzando tra l’altro tecniche invasive di ricerca idrocarburi, che preludono alle successiva trivellazioni con piattaforme marine. Proprio per sensibilizzare sul pericolo di ricerche ed estrazioni di idrocarburi nel Mar Jonio le due associazioni si sono attivate, assieme ai sindaci, le associazioni ed ai cittadini dell’arco Jonico con due edizioni della catena umana contro le trivelle in terra ed in mare e, di recente, promuovendo il viaggio in barca a vela “Albachiara” da Policoro a Crotone, con l’intento di sensibilizzare sui pericoli che incombono per il mare a partire dall’inquinamento da idrocarburi e non solo.
La Ola e NoScorie Trisaia chiedono al governatore lucano Vito De Filippo (non sappiamo se presente all’importante summit di Venezia) ed al Consiglio Regionale di Basilicata, sull’esempio di quanto hanno fatto già dalle regioni che si affacciano sull’Adriatico – tra le altre cose oggi presenti a Venezia per dire nuovamente no alle trivelle in mare – di bloccare il nuovo tentativo di assalto petrolifero al mare e all’entroterra lucano, ricorrendo contro le autorizzazioni governative per le ricerche di idrocarburi nel Mar Jonio e, per l’entroterra lucano, non autorizzando, nell’ambito delle normali procedure VIA regionali le compagnie minerarie che, dopo i 2/3 del territorio lucano, vogliono ipotecare anche il nostro mare.
La Ola e NoScorie Trisaia ricordano che alle due nuove istanze di ricerca idrocarburi della Shell, nel Mar Jonio vi sono altre istanze da parte della Northern Petroleum (4) ed una istanza, rispettivamente, dell’Enel Longanesi Developments e Nautical Petroleum-Transunion Petroleum Italia, alle quali deve aggiungersi una richiesta dell’Eni di concessione lungo la costa di Trebisacce. Istanze per l’ottenimento di permessi di ricerca sensibili, perché una delle due istanze presentate dalla Shell, ovvero la “d 74 F.R-.SH” sul sito del ministero dello Sviluppo economico risulterebbe in corso di rigetto nonostante, a seguito di riperimetrazione, il 3 ottobre 2012 è stata riaperta l’istruttoria.
Una prassi, quella della riperimetrazione, seguita anche da altre compagnie petrolifere presenti nell’arco Jonico, pensata per aggirare i vincoli imposti. Il tutto si aggiunge alle 6 concessioni già esistenti dell’ENI e della Ionio Gas situate di fronte la costa di Crotone dove sono presenti già pozzi produttivi che stanno creando gravi problemi idrogeologici non solo al mare ma anche all’immediato entroterra di Crotone.